Brescia, Cellino show: il futuro del calcio, il calciomercato e la decisione su Tonali

Il presidente del Brescia Cellino a 360°, importanti indicazioni per il futuro del club e non solo

CalcioWeb

Il Brescia è tornato nel campionato di Serie A dopo una stagione sorprendente, merito soprattutto del presidente Cellino che è tornato protagonista proprio come a Cagliari. Interessanti indicazioni del numero uno del club in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, diversi gli argomenti trattati. «Sono tornato in Lega e ho visto tanti volti nuovi, ma soprattutto ho trovato pochi proprietari e tanti stipendiati che spendono i soldi di altri».

E come?

«La Serie A incassa più di 5 anni fa, ma ai club medio-piccoli vanno meno soldi. Perché? Qualcuno si è distratto?».

Cosa serve?

«Dobbiamo impegnarci tutti. Occorrono idee. Media Pro permette di avviare un percorso per gestire in proprio i diritti tv. C’è un’offerta da vagliare. Non vedo alternative».

La sua ricetta?

«In Premier i ricavi sono divisi in parti eguali, altro che Super Champions… Non dobbiamo essere miopi e pensare agli utili per soli 4 o 5 club. Piuttosto va difeso il ceto medio, il vero patrimonio del nostro calcio che negli ultimi tempi sta subendo un decadimento. E i fallimenti in serie sono lo specchio della crisi. Serve una visione globale per tutelare gli interessi di tutti. Mi riferisco anche alla B: così è a rischio se non cambia rotta».

Occorrono riforme?

«Ho accolto con favore Gravina, ma le solite forze politiche romane lo stanno frenando. Dobbiamo aiutarlo».

Parliamo di Brescia.

«Siamo stati tutti bravi a ritornare in A, ma per gettare le fondamenta di un progetto a lungo termine servono tanti soldi e tantissimo lavoro. Le mie giornate dovrebbero essere di 72 ore per stare dietro a tutto. Sono stressato».

Cosa la assilla di più?

«Ogni giorno c’è una spesa nuova per lo stadio. Stiamo curando tutti i dettagli. È arrivato Cardinaletti, con la sua esperienza mi dà una mano anche per il centro sportivo, a riprova che di quanto sia importante investire sulle strutture».

E i rinforzi?

«Sto facendo il possibile in un mercato drogato. Si spendono cifre folli e si gonfiano le valutazioni anche per inseguire le plusvalenze degli altri. Io invece sto con i piedi per terra e lavoro per dare un futuro al mio club, senza scorciatoie. Questo gruppo è eccezionale: stiamo inserendo giocatori motivati su una base che fa perno sui giovani. Li aspetteremo, perché so in partenza quanto saranno difficili i primi mesi. Dopo 30 anni ho maturato l’esperienza per essere meno impulsivo».

Corini può stare tranquillo?

«È un giovane allenatore ed è un grande uomo: migliora ogni giorno che passa. Ho molta fiducia nella sua capacità di far crescere i ragazzi. Sono il primo a toccare ferro sulla solidità della sua panchina…».

Hye, Joronen e Chancellor: come li ha scelti?

«Li ho seguiti attraverso miei consulenti di fiducia, ma la decisione finale l’ho presa solo dopo averli guardati negli occhi. Hanno scelto Brescia perché credono nel nostro progetto, non certo per i soldi. Ed è questo che conta per me. Se non puoi spendere più degli altri, devi puntare sul fattore umano».

Ora anche la Fiorentina vuole Tonali.

«Ha l’occhio lungo. Potrei essere interessato anch’io: vuole scambiarlo con Chiesa?».

Il suo gioiello piace a tanti: vale più o meno di Barella?

«Complimenti al Cagliari per l’ottima vendita. Considero Nicolò l’ultimo dei Mohicani, visto che fui io a fargli il primo contratto da professionista: a 16 anni era già così, con un carattere da predestinato. È cresciuto con Matteoli che ad Appiano è di casa e credo abbia speso belle parole per lui».

Quanto costa Tonali?

«Non ho fatto il prezzo perché non è in vendita. Ho parlato da poco con Sandro ed è consapevole che questa è la scelta migliore per lui. È un ragazzo concreto e ha al fianco una famiglia di sani principi. Ci darà una mano per la salvezza e per diventare protagonista in A».

Tutti lo paragonano a Pirlo, lei come lo vede?

«Lui è unico. Ha le qualità tecniche ed agonistiche per ricoprire due ruoli contemporaneamente: regista e mezzala. Grazie a questa sua duttilità ci siamo potuti permettere due punte. Vedrete, vedrete».

Ha resistito ad altre lusinghe sul mercato?

«Ovviamente sono in tanti a fare gola, ma credo che proseguendo il lavoro avviato l’anno scorso avremo soddisfazioni. Qualche altro arrivo ci sarà, il mercato è ancora lungo. Ma senza fare pazzie».

Vero che ha chiesto ad alcuni giocatori di cambiare agente minacciando di cederli?

«Se si riferisce a Martella, Ndoj e Donnarumma temo ci sia un grande equivoco. Io mi interesso ai miei calciatori e spesso loro mi chiedono consigli. Mi ha sorpreso che qualcuno abbia cambiato procuratore senza accennarmelo. È una questione di principio ma finisce lì. Tant’è vero che sono rimasti al Brescia e me li tengo stretti. Li valuto per quello che danno in campo, anche se poi con certi agenti non parlo».

Si rende conto che giocherà contro il «suo» Cagliari?

«Non mi ci faccia pensare. Sarà un’emozione troppo forte per prevedere ora cosa mi passerà per la testa».

Ma a Brescia come si trova?

«È una città meravigliosa. Sarà che io sono piemontese d’origine, ma la concretezza dei bresciani è una qualità fondamentale. La rivalità con l’Atalanta? Ciascuno fa la sua corsa, a testa alta. Qui tutti sono dalla mia parte, a cominciare da Marco Bonometti e i vertici di Ubi Banca. Anche il Prefetto Visconti mi ha spronato quando la questione-stadio era ingarbugliata. È tutto l’ambiente a dare forza. Si può fare tanto, c’è entusiasmo e tanti ragazzi che hanno voglia di giocare. Nelle giovanili stiamo tirando su belle covate dalla classe 2004 in poi. Sono il nostro tesoro».

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