José Altafini, da grande campione a commentatore: rivelazioni sull’antidoping

Si rinnova l'appuntamento con la rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è José Altafini, ex calciatore e commentatore

CalcioWeb

Nato a Piracicaba il 24 luglio 1938, José João Altafini è ricordato per le sue grandi doti da calciatore, espresse con le maglie di Milan, Juventus e Napoli, in Italia. In Brasile lo conoscono come Mazzola, per la sua grande somiglianza con Valentino, campione leggendario del Grande Torino. Si fa notare subito con il Palmeiras realizzando tantissimi gol. Arriva al Milan nel 1958 e fino al 1965 segna 120 reti in 204 presenze. Passa poi al Napoli e infine alla Juventus continuando a segnare quantità industriali di gol. Termina la carriera in Svizzera con Chiasso e Mendrisiostar. Vince praticamente tutto tra club e nazionali (Brasile e Italia). Altafini è famoso anche per i suoi ingressi dalla panchina che spesso cambiavano le partite: gli bastavano pochi minuti sul rettangolo verde per gonfiare la rete avversaria. Dopo il ritiro ha intrapreso la carriera da commentatore tv. E’ noto sopratutto per le sue frasi: “Che golaço, amici!” o “i tifosi sono al settimo cielo..vogliono andare all’ottavo!” o ancora le citazioni su un fantomatico manuale del calcio.

Ultimamente hanno fatto scalpore alcune dichiarazioni al Corriere della Sera: “Ho la pensione sociale, vivo con 700 euro al mese. Quella da ex calciatore non riuscii a farla. Diciamo che sono tornato alle origini, ma le scarpe le ho ancora…devo lavorare, ma bisogna sempre darsi da fare a questo mondo, chi si ferma è perduto. Non ho la pensione da calciatore perché non sono riuscito a farla. Ho versato solo tre anni di contributi. Quando ero andato a chiedere il riscatto mi avevano chiesto 70 milioni di lire di arretrati…”. Sulla sua nuova vita ha detto: “Ora aiuto a vendere i campi in erba sintetica. L’azienda non è mia, magari lo fosse. Io aiuto, trovo clienti, faccio, promuovo. Sono testimonial. L’erba sintetica è il futuro, altro che il fango dove giocavo io”.

Le parole che hanno suscitato più clamore sono quelle relative all’antidoping: “Prima degli esami le squadre davano le pastigliette. Roba leggera, tipo quelle per stare svegli e aumentare le prestazioni. Come prendere 5-6 caffè”.

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