Accadde oggi, 6 novembre 2002: muore Gianluca Signorini, l’indimenticato e indimenticabile capitano del Genoa

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "Accadde oggi". Torniamo al 6 novembre 2002, data in cui ci lasciava Gianluca Signorini

CalcioWeb

Diciassette anni. Sono passati diciassette lunghi anni da quel 6 novembre 2002, data in cui ci lasciò Gianluca Signorini. Un ricordo indelebile per tutti gli amanti dello sport, un calciatore, ma prima di tutto un uomo fantastico dal punto di vista dei valori e della personalità. Sincero, determinato, schietto e coraggioso, questo è il ritratto di Signorini. Un leader, un vero capitano, sempre composto e leale. Signorini ha giocato in molte squadre importanti: Livorno, Parma, Roma, Pisa e soprattutto Genoa. Capitano e bandiera rossoblu dal 1988 al 1995. 207 presenze e 5 gol. Appesi gli scarpini al chiodo, entra subito nello staff dirigenziale del Pisa in qualità di direttore sportivo. Proprio durante la carriera dirigenziale scopre la sua malattia.

Un nemico silenzioso contro cui combattere. Una lotta che non lo vedrà uscire vincitore, lui come tanti altri in primis Stefano Borgonovo. Quel nemico si chiama SLA (Sclerosi laterale amiotrofica). Presto i muscoli gli si immobilizzarono e lo costinsero sulla sedia a rotelle. Proprio in questo stato è la sua ultima immagine nitida. Il 24 maggio 2001 venne organizzata a Genova una serata in suo onore per raccogliere fondi destinati alla ricerca sulla sua malattia. All’evento lo accompagnò tutta la sua famiglia e lo stadio Luigi Ferraris si riempì come non mai per omaggiare il grande capitano. Lacrime sugli spalti, lacrime da parte di Signorini, che di lì a poco più di un anno se ne andrà per sempre da questo mondo, ma continua a vivere nei ricordi di chi lo ha visto giocare, di chi lo ha conosciuto e amato. In suo onore il Genoa decise di ritirare la maglia numero 6 e di intitolargli campo di allenamento. L’altra sua ex squadra, il Pisa, gli intitolò la gradinata dello Stadio Arena Garibaldi – Romeo Anconetani.

Per il suo ultimo viaggio Signori ha voluto vestire la maglia che ha sempre amato, quella del Genoa. Toccanti le sue parole in occasione della serata organizzata in suo onore:Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso. Vorrei urlare con voi canti di gioia, ma non posso. Vorrei che questo fosse un sogno dal quale svegliarmi felice, ma non lo è. Vorrei che la mia vita riprendesse da dove si è fermata”. Parole di chi lotta contro un nemico silenzioso e infimo contro cui non si può vincere. Parole di un capitano. Il capitano.

Condividi