Caso Cristiano Ronaldo, ora la società che farà? Niente (per ora), ma con la Juve non si scherza: il passato insegna (Bonucci docet…)

Caso Cristiano Ronaldo, come gestirà la Juventus questa situazione? Tutti i casi del passato, da Alex Del Piero a Leonardo Bonucci

CalcioWeb

Consiglio: “Caro mio, con la Juve non si scherza”. Ti puoi chiamare Cristiano Ronaldo, Messi, Maradona o Pelé, ma l’etica è alla base di tutto. Ne sono passati di campioni, da Torino, nella ultracentenaria storia bianconero, tutti – però – con un unico comun denominatore: la professionalità, la serietà e l’applicazione. Doti che, bisogna dire, a Cristiano Ronaldo sono state ampiamente riconosciute. E’ da Juve, senza dubbio. Ma il gesto di ieri sera, pur non volendo assolutamente scatenare dibattiti allarmisti, apre ad una domanda piuttosto scontata: il club, adesso, cosa farà?

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Come si comporterà la Juventus con CR7 dopo il comportamento di ieri

paratici, nedved ed agnelli
AFP/LaPresse

Niente, probabilmente (per ora). Niente che non sia un semplice richiamo verbale. Non dovrebbe essere multato, il portoghese, che magari dopo poche ora avrà anche smaltito l’arrabbiatura. Però. Però, la storia bianconera lo insegna, questi comportamenti non sono mai passati inosservati. A seconda della gravità sono stati analizzati ed affrontati, ognuno a modo proprio. C’è chi ha fatto poco, e quindi niente conseguenze, chi ha fatto male, ed è stato punito, chi ha fatto molto male ed è stato mandato via. E’ la storia della Juve, è la storia delle grandi società. A capo di un club importante c’è la struttura societaria, la fiducia di un allenatore e l’importanza del gruppo. Unito, tutto intero. E così che si raggiungono i risultati, e non per niente la Juve è tra le migliori al mondo.

I casi del passato: da un Del Piero esemplare a un Bonucci “ribelle”

del piero e capello
Jonathan Moscrop

Senza andare troppo lontani nel tempo, prendiamo in riferimento due casi del passato e confrontiamoli. Due situazioni totalmente opposte che descrivono al meglio la mentalità della Juventus.

Il primo è legato ad una delle bandiere più importanti della storia bianconera: Alex Del Piero. Dopo esser cresciuto ed essere diventato grande con la Juve, anche lui è stato “costretto” a stagioni da “sacrificato”. Erano gli anni di Fabio Capello, quelli prima di Calciopoli. L’attacco della Juve poteva contare, oltre a Pinturicchio, gente come Trezeguet, Ibrahimovic e Zalayeta. Spesso, durante quelle due stagioni, il capitano della Vecchia Signora rimaneva in panchina. Spesso, iniziando dal primo minuto, veniva sostituito. Risultato? Mai una parola fuori posto, mai una lamentela pubblica o davanti alle telecamere. Mai un cenno di protesta nei confronti dell’allenatore o della società. Eppure, lui, era Alessandro Del Piero. Il capitano della Juve. Il trascinatore. La bandiera. Ma, nel contesto societario, era “uno dei tanti”. Magari uno dei tanti campioni passati dalla squadra.

Adesso, confrontiamo a questo l’esempio negativo sopracitato. Anche qui un nome e un compagno: Leonardo Bonucci. Manco a farlo apposta, pure lui attuale capitano bianconero, oltre che leader difensivo e tra i punti cardine della nuova Juve di Sarri. Ma anche lui ha vissuto momenti no, che l’hanno portato addirittura fuori da Torino. E’ la stagione 2016-2017, esattamente febbraio 2017. Durante Juventus-Palermo, confronto acceso tra il difensore e l’allora tecnico Massimiliano Allegri per delle scelte non condivise. Bonucci scappa via furioso negli spogliatoi a fine gara e sarà durissimo il confronto con il proprio allenatore. Nessun contatto fisico, ma toni molto duri. Risultato? Bonucci sarà multato e non giocherà l’ottavo di finale d’andata di Champions League in casa del Porto. Parte con la squadra, ma si siede su uno sgabello in tribuna. Chiarimenti (si fa per dire) con società e allenatore, ma i rapporti non sono più gli stessi. Il difensore lascerà la Juve in estate per andare al Milan, che tuttavia dopo un anno lascerà a sua volta per far ritorno alla Vecchia Signora. Di cui piano piano, a piccoli passi, sta ritornando leader. Imparando la lezione.

E Cristiano Ronaldo? La imparerà? Se è un campione, lo è anche per questo. Il caso, a nostro avviso, rientrerà prima del previsto. Sarri ha gestito la situazione ottimamente, lui lo avrà capito e tutto tornerà come prima.

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