Florenzi diventa un caso, cosa c’è dietro le esclusioni? Dai motivi tattici alla deromanizzazione

Florenzi sta diventando un caso. Sei panchine consecutive per quello che fino a poco tempo fa era considerato un punto fermo della Roma

CalcioWeb

Sconfitta per la Roma a Parma dopo tre vittorie consecutive. Una battuta d’arresto che il tecnico Paulo Fonseca ha giustificato con il fatto che gli infortuni lo hanno costretto a schierare sempre la stessa formazione, almeno nell’ultimo mese. Più che una “scusa” un dato di fatto. La Roma vista al Tardini è sembrata a corto d’ossigeno e le gambe non giravano. Ma per tanti che hanno giocato sempre, c’è qualcuno che non vede il campo da un po’. Stiamo parlando di Alessandro Florenzi. Soltanto un anno fa Florenzi rinnovava il contratto dopo una serie di contestazioni e polemiche. Il rapporto sembrava essere tornato discreto sia con la società che soprattutto con i tifosi. Ma anche contro il Parma Florenzi ha guardato i suoi compagni dalla panchina. Per la sesta volta consecutiva. Nonostante le poche energie, l’esterno giallorosso non è nemmeno entrato a partita in corso.

Florenzi, da punto fermo a emarginato

Ed è anomalo visto che Florenzi era diventato un punto fermo della Roma. E’ sempre stato l’uomo in più, un dodicesimo su cui contare in caso di bisogno. Gli allenatori lo schieravano ovunque: da terzino, da interno di centrocampo, da ala pura, persino da falso nueve. Solo il portiere non ha fatto Florenzi. Un romano e romanista che vede la sua leadership scalfita. Eppure Florenzi non è cambiato. Non è mutato il suo modo di allenarsi, non sono sparite magicamente le sue qualità. E’ lo stesso giocatore entrato nelle simpatie anche dei tifosi neutrali quando nel 2014 dopo il gol al Cagliari corse in tribuna per baciare nonna Aurora, per la prima volta allo stadio. E’ lo stesso che un anno dopo segnò uno dei gol più belli degli ultimi anni, infilando il portiere del Barcellona ter-Stegen da metà campo.

Le contestazioni e il rapporto difficile con i tifosi

tifosi Roma
Alfredo Falcone – LaPresse

Il caso Florenzi, però, affonda le radici negli anni passati e nel difficile rapporto con i tifosi giallorossi. Nell’estate del 2018 Florenzi venne contestato pesantemente per la sua indecisione nel prolungare il contratto. I tifosi esposero lo striscione: “Florenzi 30 denari”. Un giuda, quindi, un voltagabbana. Eppure Florenzi ha rinnovato. Il rapporto con la tifoseria non è mai stato idilliaco, ma il legarsi a vita con la Roma sembrava aver disteso gli animi. Ma quanto è difficile giocare nella città in cui sei nato, indossare la maglia della squadra per cui tifi. A tal proposito ne sa qualcosa il napoletano Insigne. Ereditare la fascia di capitano da un simbolo come Daniele De Rossi è ancor più complicato. Mai, però, Florenzi avrebbe immaginato di fare questa fine, di passare dall’essere un punto fermo all’essere un emarginato. Nessuno si può sentire intoccabile nel calcio di oggi, vedi Cristiano Ronaldo.

Il rapporto con Fonseca e l’aspetto tecnico-tattico

Quello tra Fonseca e Florenzi è un amore mai sbocciato. E anche se i motivi di questo rapporto, probabilmente, si trovano solo nella mente del tecnico portoghese, possiamo ipotizzare le ragioni delle recenti esclusioni. Vista la profusione di esterni d’attacco Florenzi è stato relegato al ruolo di terzino, specie negli ultimi anni. Ruolo in cui si può adattare, ma in cui pecca. Florenzi non sembra poter interpretare al meglio la fase difensiva. Ecco perché Spinazzola e Santon gli vengono costantemente preferiti. E se il giovane esterno arrivato dalla Juventus ha indubbie qualità, al netto della fragilità fisica, non si può dire lo stesso dell’ex Inter. Spesso in difficoltà e non amato dai tifosi giallorossi. Ma non solo. Fonseca cerca un leader a cui affidare la fascia di capitano e Florenzi nelle idee del portoghese non rispecchia le caratteristiche che un capogruppo necessita. Ecco perché ha visto in Dzeko l’uomo con il giusto carattere, il vero leader carismatico di questa Roma. Non solo motivazioni tecnico-tattiche, dunque, ma qualcosa in più. Anche alcuni atteggiamenti sembrano non aver soddisfatto Fonseca, così come il gruppo. Eppure Fonseca continua a dire che “Florenzi non è un problema, ma un’opzione”.

La deromanizzazione: dopo Totti e De Rossi tocca a Florenzi

Totti e De Rossi
Fabio Rossi/AS Roma/LaPresse

E allora cos’altro c’è dietro queste esclusioni? Una delle possibilità è che Florenzi faccia la fine di Totti e De Rossi. Due capitani costretti ad abbandonare la nave. Uno quasi forzato a fare il dirigente, l’altro mandato in esilio in Argentina. Due bandiere ammainate e ora sorge il dubbio se non sia la società a dettare le condizioni a Fonseca per “liberarsi” di Florenzi. Pallotta proseguirebbe così la sua opera di deromanizzazione. Lo spirito di appartenenza verrebbe sempre meno, con il solo Lorenzo Pellegrini e qualche giovane della Primavera a tenere alta la romanità.

Quale sarà il futuro di Florenzi?

Florenzi riflette. Avere davanti Spinazzola e Santon come terzini e una marea di calciatori dietro la punta non lo aiuta, specialmente in ottica Nazionale. Mancini ha dimostrato di apprezzarlo chiamandolo anche nonostante lo scarso minutaggio. Ma chi rassicurerà Florenzi che ciò avverrà anche ad Euro 2020? Al momento nessuno. Ecco perché si guarda intorno. Le offerte non mancano, sia in Italia che all’estero. Su tutte l’Inter e la Fiorentina. Ma anche il Milan, il Lione e lo Shangai Shenhua. E’ ora che Fonseca chiarisca una volta per tutte se Florenzi fa parte del progetto o meno. Anche perché le esclusioni finora non hanno fatto rumore, soprattutto tra i tifosi giallorossi…

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