Collina sul Var: “l’arbitro non deve sbagliare, l’errore resta pure con l’intervento della tecnologia”

E’ il compleanno di Pierluigi Collina, l’ex arbitro parla a 360°, svela alcuni retroscena e dà importanti indicazioni sulla tecnologia nel mondo del calcio

CalcioWeb

L’ex arbitro Pierluigi Collina compie 60 anni, importanti aneddoti raccontati in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’. “Le aspettative erano sempre altissime. Non potevi prendere un giorno di riposo. Intendo che non potevi dire “se oggi mi impegno un po’ meno fa lo stesso”. Mercoledì United-Real di Champions e domenica la Serie B: mi è successo. E per me erano entrambe finali. Anche se a ripensarci oggi un po’ mi spiace una cosa… Se per te tutte le partite sono uguali, finisci col viverle in modo normale. E così i ricordi di una finale mondiale sono meno definiti”. Poi perse tutti i capelli: “non fu un dramma, in quel periodo uno dei miei migliori amici faceva la chemio ed eravamo uguali. Purtroppo lui non ce l’ha fatta. Una situazione che mi ha fatto capire il valore delle cose”.

SUL VAR – “L’arbitro deve decidere come se la tecnologia non esistesse. L’obiettivo è non averne bisogno perché le decisioni sono corrette ed è per questo che lavoriamo attraverso la preparazione. Poi lui sa che esiste un paracadute che può correggere un errore, anche se l’errore resta: magari voi giornalisti lo dimenticate, ma chi giudica l’arbitro no”.

SUI MODELLI DI ARBITRI – “Agnolin è stato un punto di riferimento per la mia generazione. Il modo di stare in campo, la presenza scenica. E poi anche altri, come lo svedese Fredriksson che vidi a Italia 90. A noi dicevano di non indicare la direzione della punizione, saremmo sembrati dei “vigili”, lui lo faceva con naturalezza. Cominciai a imitarlo. Oggi è normale”.

SULLA ‘FEDE’“Sono cresciuto a Bologna: da bambino era normale tifare rossoblù. A 14 anni, giocando da libero, mi piaceva Pino Wilson e simpatizzai per la Lazio campione d’Italia: ma non avevo la minima idea che avrei fatto l’arbitro. Come si può pensare che un arbitro, un giocatore, un giornalista non sia anche stato tifoso? Ma poi subentra la professionalità. Tifi solo per te stesso. Per la cronaca: ho arbitrato il ritorno di Bologna-Parma, spareggio per non retrocedere, nella mia città, dove ho tanti amici. Il Bologna ha perso ed è retrocesso. E la Lazio non ha mai vinto nelle prime nove partite arbitrate da me”.

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