1 maggio 2016. In questa data, l’ultima vittoria della Lazio contro l’Inter. Ma stasera, quasi quattro anni dopo, il sapore è diverso. Un sapore da… ‘Scudetto’. Sì, perché la compagine di Inzaghi non può più scoprirsi: batte l’Inter in rimonta nel posticipo dell’Olimpico e vola a meno uno dalla Juve capolista. Decide Milinkovic Savic dopo il botta e risposta tra Young e Immobile.
La partita. Il copione dice che la Lazio ha il compito di condurre, con un maggior fraseggio, più possesso palla e tanto movimento, mentre l’Inter fa quello che sa fare meglio: compattarsi, stare stretta e ripartire con contropiedi letali. Ne esce fuori una partita bella, intensa, senza pause e con ritmi abbastanza elevati. A metà primo tempo, un sussulto dei padroni di casa. Anzi, della traversa. Milinkovic Savic tira da casa sua (non sappiamo dove abiti con esattezza, però) e colpisce il legno. Leggenda dice che stia ancora tremando, dopo più di un’ora. Ma è l’Inter a sbloccarla, quando si pensava le due squadre la chiudessero sullo 0-0. Candreva conclude, Strakosha respinge, Young si avventa e la mette all’incrocio: primo gol per lui in Italia e nerazzurri in vantaggio.
La ripresa si apre con la risposta, quella della Lazio, da grande squadra. E d’altronde, se è lì in classifica, un motivo ci sarà. Doppia frittata di De Vrij (proprio lui, il grande ex), che prima svirgola e alza un pericoloso campanile in area, e poi spinge Immobile quel tanto che basta per far assegnare il rigore agli aquilotti: il capocannoniere di Serie A non sbaglia e spiazza Padelli. Il gol decisivo, però, è di Milinkovic Savic, proprio colui che nel primo tempo aveva fatto tremare la traversa: angolo di Luis Alberto, conclusione verso la porta e miracolo di Brozovic sulla linea; sul pallone arriva poi il centrocampista, che tira a botta sicura e manda in delirio l’Olimpico. Forcing finale dei ragazzi di Conte, ma il gol non arriva. Lautaro segna, ma è in fuorigioco, poi Acerbi si immola su Lukaku. Per la Lazio altri tre punti pesantissimi in ottica scudetto. E adesso, scoprirsi, non ha più senso.