E’ stato il grande botto del mercato invernale dell’Inter, l’obiettivo adesso è diventare un calciatore inamovibile dell’11 di Antonio Conte. Stiamo parlando di Eriksen, l’ex Tottenham ha le qualità e caratteristiche per prendersi sulle spalle la squadra, è grande attesa per il derby contro il Milan. Interessanti indicazioni in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’: “nella vita prima o poi devi prendere una decisione, ragionando sulle diverse opzioni. Il Real Madrid alla fine non era niente di concreto. L’Inter invece è stata vera, si è mossa in maniera molto seria. E a quel punto mi sono immaginato di giocare qui: sono venuti da me, la decisione è stata quasi naturale. Ho giocato diverse volte a San Siro. È uno stadio incredibile. E da fuori l’Inter viene percepita come un grande club. Quello che sto vivendo in questi giorni me lo conferma: c’è un gruppo di ottimi giocatori, stiamo lottando con la Juventus per vincere lo scudetto, io sono contento di farne parte. Negli ultimi 6 mesi agli Spurs mi sono dovuto abituare a situazioni diverse, in Inghilterra se non firmi un nuovo contratto sei andato, sei già fuori”.
CONTE – “Racconto una cosa: negli ultimi mesi al Tottenham mi dicevano “vai in campo e prova a fare qualcosa”. Qui non è così. Conte è stato subito molto diretto con me, mi ha detto come mi vede e quello che vuole da me in campo, con il pallone e senza. È tutto molto più organizzato. E sì, i suoi allenamenti sono duri, ma sono pronto”.
SUL RUOLO – “Dove posso avere il pallone. Non mi importa dove, con Pochettino l’ho fatto anche in fascia destra. Ma devo stare dentro il campo, devo poter prendere la palla e creare qualcosa, andare lì davanti. Nel centrocampo di Conte si gioca a tre in mezzo ed è un po’ diverso, ma l’importante è avere la possibilità di inventare”.
SUL DERBY – “In passato ho visto qualcosa in tv, ma ora giocherò e sarà molto diverso. Rispetto a Londra mi aspetto un’atmosfera diversa: qui c’è tutto lo stadio che canta, ci sarà tanto rumore, sarà bellissimo. Non temo nessuno. Siamo in una posizione di classifica migliore, nei derby può accadere di tutto ma non mi importa chi di loro sarà in campo”.
IL PROVINO CON IL MILAN – “Volai da Odense a Milanello, per due giorni. Provai con la Primavera. Tornando, dentro di me pensavo “vado o non vado?”, l’Italia mi pareva troppo lontana da casa, ero legato alla famiglia. Ma poi non è mai arrivata una risposta a me, se la sono vista i due club”.
SULL’IDOLO – “Ero un malato di Football Manager (videogioco di calcio manageriale, ndr). Allenavo sempre la Roma, mi piaceva Totti. Poi quando sono cresciuto mi sono concentrato solo su me stesso, su come diventare grande senza guardare gli altri. Ho letto anche tanto su Michael Laudrup, quando giocava lui ero troppo piccolo… ma è stato il giocatore danese più importante di sempre”.