E’ successo di nuovo. Ormai non c’è più da meravigliarsi. E’ successo che tanti si “scandalizzassero” per una battuta. “Scandalo”. La sola parola fa già ridere così. Se definiamo, la battuta di Maurizio Sarri, “scandalosa”, non ci abbiamo proprio capito niente. Anzi, più che “scandalosa” diciamo meglio “offensiva”. Vi dice qualcosa? E’ l’aggettivo che ha voluto utilizzare Matteo Renzi per dare un significato a quanto affermato dal tecnico bianconero ieri in conferenza stampa. Ora, non che ci interessino i giudizi e i pensieri del leader di Italia Viva, ma… che c’azzecca? Cosa c’entra? Perché? Perché difendere un’azienda che ci mette due mesi ad inviare una semplicissima raccomandata e pochissimi minuti a rispondere all’allenatore della Juventus?
Poste Italiane, care mie, ma non avete niente di meglio da fare? Ma davvero avete perso un quarto d’ora del vostro tempo (si fa per dire) a scrivere una roba del genere? La gente attende ore, spesso, agli sportelli degli uffici. Code lunghe e interminabili. “Ci sono 4 sportelli ma lavorano solo in 2!”, si sente pronunciare molte volte dal cittadino arrabbiato. “Ha ragione, ma gli altri 2 sono occupati a scrivere il comunicato di risposta alla battuta di Sarri!”. Non resta che pensare questo, con molta ironia, di un’azienda che si vanta di essere la più grande del paese, tra le migliori 500 al mondo e la terza tra le italiane a livello di immagine e reputazione. “Ma mi faccia il piacere”, recitava il buon Totò…
Davvero vogliamo pensare che le Poste siano l’obiettivo di ognuno nella vita? L’aspirazione massima a cui ambire: “Da grande voglio fare l’astronauta, oppure l’avvocato, o il dottore”. NO! “Da grande voglio fare il postino!”. E’ qui che si arriva al punto. Ed entra in gioco Sarri. Chi meglio di lui ha il diritto e il dovere di pronunciare una battuta del genere. E ha pure ragione! Lui che, prendendosi dei grossi rischi, aveva lasciato il posto in banca per allenare in Serie D. Lui che ha preferito lottare per raggiungere i propri sogni nella vita e non accontentarsi del… posto fisso. Meccanico, monotono, banale, ma con pochi rischi e responsabilità. Quella di Sarri è stata una lezione. Credere nei propri sogni, rischiare, fare delle scelte mettendo al primo posto le competenze e la determinazione. Sarri ci è riuscito e Sarri può ora dire una frase del genere. C’è chi può e chi non può. Lui può. Può fare quella battuta senza chiamare in causa nessuno. Senza dare adito ai soliti, falsi, moralisti. Politici e non. Renzi ha solo “sfruttato” l’onta di un argomento che nelle ultime ore va per la maggiore. “Mi faccio vivo, dico la mia sull’argomento”. Evita proprio. Non serve. Perdi in partenza. Perdi 4-0. Sarri sa come si fa. E se ancora le competizioni per cui lotta con la sua Juve non sono giunte al termine, una partita l’ha già vinta. Quella della vita. Sarri-Poste 1-0.