“Maurizio Sarri, dopo il riposo osservato nel fine settimana, è venuto al JTC dove ha coordinato il lavoro del suo staff. Purtroppo non ha potuto dirigere sul campo l’allenamento a causa del persistere della sindrome influenzale, che lo ha colpito durante la scorsa settimana. Nel tardo pomeriggio il tecnico è stato sottoposto ad ulteriori accertamenti che hanno confermato una polmonite, per la quale è stata prescritta terapia specifica. L’allenatore ha autorizzato il club a comunicare il proprio stato di salute”. Con questo comunicato del 19 agosto, la Juventus annunciava la momentanea assenza del tecnico Maurizio Sarri dai campi di gioco per il sopraggiungere di una polmonite, che lo ha costretto a stare rinchiuso in casa per diverse settimane.
In Cina a Luglio e la polmonite ad Agosto
Mancava qualche giorno all’esordio in campionato a Parma, gara che fu costretto a vedere da casa insieme alla successiva in casa contro il Napoli. Ma soprattutto, circa un mesetto prima, lui e la squadra furono in tournée in Cina per l’International Champions Cup. Quindi, ricapitolando: in Cina a Luglio e la polmonite ad agosto, seguito da una quarantena vera e propria a casa. La vicenda di Sarri vi ricorda qualcosa? “Paura dell’esordio? Paura ce l’ho avuta venti giorni fa quando non respiravo bene. Non lo sento come un esordio perché sono stato sempre molto coinvolto. Poi i dottori hanno deciso di tenermi lontani da allenamenti e partite per sicurezza”, affermava al suo rientro in conferenza stampa.
Maurizio Sarri è il paziente zero del Coronavirus?
E’ così il dubbio si insinua, lanciato a furor di popolo tra il serio e il faceto sui social: e se Sarri avesse contratto il Coronavirus in Cina a luglio? La scienza si interroga, intanto noi abbiamo immaginato cosa potrebbe essere accaduto.
Siamo a luglio, da circa un mese l’ex Napoli e Chelsea è il nuovo allenatore bianconero. Ha dovuto affrontare, per un po’ di tempo, l’onta mediatica di una scelta professionale e lavorativa drastica, che l’ha visto scegliere ciò che per anni ha considerato ‘nemico’. In tanti, perfino sua madre, non l’hanno presa bene. Ma lui, ovviamente, è andato avanti. E’ in Cina, con la società, per la consueta competizione estiva che mette di fronte le big d’Europa. Un’occasione, per lui, di ‘svagarsi’ ed uscire completamente fuori dal mondo italiano il quale appunto – come sopracitato – da giorni non fa che parlare di lui. Una sera, la decisione con lo staff: “Andiamo al mercato, compreremo i pipistrelli vivi per mangiarli tutti insieme a cena!” Una scelta che aveva inizialmente visto perplessi i suoi ‘compagni di viaggio’, che dopo poco però si convincono. E’ il momento della pregustazione. Sarri va per prepararsi quando, dopo un movimento involontario, il pipistrello si muove e viene ferito. Salta un goccio di sangue sulla mano del tecnico. “Stai attento, Maurizio”, gli gridano i colleghi. Lui però, con molta naturalezza, mette la mano alla bocca e si pulisce con la lingua. Deve andare matto per questo prelibato piatto cinese, non vuole lasciare proprio nulla. “Sei matto, è sangue di pipistrello!”, i colleghi sono esterrefatti. “Cosa volete che mi capiti? Fumo una stecca di sigarette al giorno e sono sano come un pesce“, risponde ironicamente l’allenatore bianconero. La serata passa liscia e felice, dopo una cena in compagnia tutto lo staff va a dormire per prepararsi ad un’altra giornata importante.
Le ultime parole famose. Quello che accade dopo, infatti, è sotto gli occhi di tutti. Fatale quella cena per Maurizio Sarri, il primo caso in assoluto di Coronavirus nel mondo. Quei pipistrelli, come scoperto di recente, la causa scatenante della polmonite che lo ha costretto a stare in casa per un mese. E’ la narrazione del nostro paziente zero.
Con tanta fantasia e pochi, pochissimi, elementi di verità.