Genoa-Juventus 0-2, terreni da incubo fa tappa in Liguria: la gara di pallanuoto finisce tra i deliri di Galeazzi

La Juventus supera il Genoa e mantiene il primo posto in classifica. Il diluvio universale rovina lo spettacolo al 'Luigi Ferraris' e causa polmoniti à gogo

CalcioWeb

Terreni da incubo. Potrebbe essere il titolo per una nuova serie sui campi da calcio. E quello di Genova sarebbe il capostipite e perfetto spot per lanciarla. Un manto erboso distintosi più volte per la sua fragilità. Diverse le partite rinviate per maltempo negli ultimi anni. Si è giocata Genoa-Juventus. Le previsioni della vigilia davano sole. Si arriva allo stadio con qualche nuvola minacciosa e sorgono i primi dubbi. E’ Criscito a mettere la pulce nell’orecchio: “Non è che viene giù il diluvio universale?” Il capitano del Genoa è una sentenza. Pioggia torrenziale che manco Noé aveva mai visto. Alle 18, l’arbitro Collina (rientrato in attività per l’occasione) entra in piscina per il sopralluogo: “Il pallone galleggia, si può giocare”. I due capitani, visibilmente scioccati rientrano negli spogliatoi per dare l’annuncio ai compagni. Le due società si attrezzano come possono. C’è chi scende in campo con la calottina, chi con i braccioli, chi direttamente con la barca a remi. Non si batte il calcio d’inizio ma i due capitani partono alla caccia della palla. Vale tutto, anche i tocchi di mano.

Pronti via la Juve passa. Dybala trova una porzione di campo meno zuppa e scavalca Perin con una palombella. Il temporale non accenna a diminuire, tant’è che l’allenatore dei liguri rientra negli spogliatoi sbottando: “Così non si può giocare, già (Ni)cola il naso”. A ruota lo segue Sarri: “Io c’ho avuto la polmonite la scorsa estate, non posso ammalarmi di nuovo”. Sanabria prova a calciare verso la porta di Szczesny ma colpisce un sasso, nascosto dall’acqua. Il paraguayano è costretto ad abbandonare il campo. Collina non ne vuole sapere, si va avanti. Il raddoppio della Juve è nell’aria, anzi nell’acqua. E arriva con un clamoroso autogol di Biraschi: palla lunga di Pjanic, il difensore va in anticipo ma la pelata fa scivolare la sfera all’indietro ed è imprendibile. Perin è beffato. Avvicendamenti forzati nella ripresa. Quattro giocatori restano negli spogliatoi con il raffreddore. Cambia anche il commentatore. A Fabio Caressa, visto il contesto, succede Giampiero Galeazzi. Il secondo tempo è un’odissea. Galeazzi delira: “Ultime battute. Rinviene fortissima la Germania dell’est all’esterno, ma è la Juventus la prima a tagliare il traguardo! E’ oro, oro!. Sono tre punti per i bianconeri, ma i due allenatori dovranno fare i conti con i malati in vista dei prossimi impegni.

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Questo racconto non corrisponde assolutamente alla realtà. E’ frutto della fantasia della nostra redazione. L’idea nasce per cercare di ‘alleggerire’ la mente dei lettori, nelle ultime settimane riempita soltanto da notizie negative. Noi di solito amiamo raccontare ciò che succede in campo e tutto ciò che lo circonda, e per questo vogliamo provare a farlo anche in un momento del genere. Con leggerezza e un po’ di ironia, provando a strappare qualche sorriso. Speriamo che l’iniziativa possa essere apprezzata da chi ci legge.

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