Juventus, Bonucci a 360°: il Coronavirus, la ripresa del campionato, la Champions, Sarri e il Milan

Il difensore della Juventus Leonardo Bonucci in un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' si è raccontato a 360°, dal passato alla ripresa

CalcioWeb

Il difensore Leonardo Bonucci sarà un leader per la ripresa della Serie A, si tratta di calciatori in grado di fare la differenza quando la situazione è incerta. Le qualità tecniche non sono in discussione, in più ha dimostrato di essere un esempio per i compagni anche per la personalità che riesce a mettere in campo. Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’ inizialmente ha parlato del periodo di quarantena. “Mi sono goduto la famiglia, cosa che nella vita normale era impossibile, per trasferte o altro. Ai miei figli non sembrava vero che facessimo colazione tutti insieme. È stato il principale cambiamento di questi mesi. La riconquista del tempo. E ho scoperto molto di me stesso, soprattutto del mio essere padre. Ho ritrovato la bellezza delle piccole cose: stare tutti insieme, passare una serata a parlare con la tv spenta, condividere ogni istante… Sono veramente contento che, in un momento così negativo, siamo riusciti a trovare una dimensione positiva. D’altra parte è quello che cerco di fare in ogni frammento della vita, che sia legato agli affetti o al lavoro. Io ho fatto le prime due settimane completamente a riposo. Per la positività di Rugani siamo stati costretti all’inattività totale. Dopo ho iniziato in casa un percorso di ricostruzione della forma fisica. Ma era difficile, perché non c’era un obiettivo al quale traguardare un programma. Ogni settimana col preparatore cercavamo di fare la cosa più giusta, ma navigavamo a vista. La Juve ci è stata vicina. Comunque sono riuscito ad arrivare al 18 maggio in forma fisica accettabile. A casa ti alleni sul tapis roulant, la cyclette… Attrezzi per noi, di solito, quasi sconosciuti”.

“Io non ho avuto mai sintomi. Ma molti compagni erano preoccupati. Abbiamo fatto i test e ci siamo rassicurati. Ora, con la curva dei contagi che scende, bisogna solo essere responsabili e attenersi alle regole essenziali che ci hanno assegnato”. 

LA RIPRESA – “Penso sia stato giusto riprendere, il calcio, specie in Italia, è importante. Certo, ci mancheranno i tifosi. Entrare in uno stadio pieno, sentire le reazioni dei tifosi è tutt’altra cosa dall’atmosfera lunare di una gara a spalti vuoti, con un silenzio assurdo. Ma per gli italiani anche solo vedere in tv la propria squadra del cuore può dare sollievo, può trasferirti la sensazione che presto si ritornerà a vivere una vita normale. Sono rimasto favorevolmente impressionato dalla serietà di tutti i miei compagni. Nessuno si è lasciato andare, è arrivato sovrappeso o scarico. La condizione di tutti era già accettabile e poi la preparazione individuale ha fatto il resto. Da quando possiamo allenarci insieme e fare le partitelle siamo cresciuti. Il mister è soddisfatto, dice: “Mi piace quando la palla frulla così…”. Dopo 70 giorni vedere che c’è in tutti la voglia di ripartire testimonia della qualità professionale e umana di questo gruppo”.

“Io spero che si arrivi alla fine normale del campionato. Se non fosse così nascerebbero un sacco di storie, polemiche, ricorsi… Io non sono favorevole ad altre ipotesi. Se ci si ferma, meglio finirla lì e non assegnare nulla. Speriamo di arrivare al 2 agosto e decretare un vincitore. Sperando sia la Juve…”.

SUL LIONE IN CHAMPIONS“È facile pensare che troveremo una squadra in difficoltà. Ma non dobbiamo farlo. Ci giochiamo in una gara il 90% della stagione. È troppo importante per cedere a inutili e pericolose sottovalutazioni. Anche noi, ad agosto, verremo da un tour de force impressionante. Bisognerà avere il massimo della concentrazione, altroché”. 

ALLEGRI-SARRI – “Allegri è bravissimo a gestire lo spogliatoio, i momenti più difficili di una stagione, a far capire alla squadra come gestire il tempo di un match. Lui, nei suoi cinque anni, in questo è stato un maestro. Sarri è un meticoloso, appassionato di tattica, a cui piace far giocare bene la squadra. Ha imparato anche lui, in questi mesi di Juve, cosa significa stare nel mondo bianconero, in cui, per l’esposizione, non viene mai perdonato nulla. Da quando è con noi ho visto una crescita importante. Ha un gran bagaglio di conoscenze calcistiche ma ha saputo mettersi in discussione, ha avuto l’umiltà di capire le dinamiche di questo collettivo. Sono stato piacevolmente sorpreso, davvero. Abbiamo contatti quotidiani, momenti di confronto. È uno che vuole migliorare. Come voglio migliorare io, capendo il suo calcio. Che è originale, diverso da quelli che ho conosciuto prima”. 

IL MILAN – “Fu un anno difficile per me. Sia a livello personale che lavorativo. C’erano stati screzi e io, alla fine, specie dopo la sconfitta in Champions, ho preso una decisione poco lucida. Però devo dire che quella scelta, che certo mi ha condizionato la carriera, mi ha migliorato come uomo. Quei mesi al Milan mi hanno consentito di guardarmi dentro e capire che il mio posto era nella Juventus, in questa che sento come la mia famiglia. Ho conosciuto al Milan persone belle, prima tra queste Rino Gattuso. È stato un anno difficile. Ma non inutile. Al termine del quale sono stato molto contento di tornare a casa”. 

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