Lionel Messi e l’Inter viaggiano su binari paralleli ma sembrano destinati a non incontrarsi mai. E in questa particolare estate di calciomercato il nome del fuoriclasse argentino e quello della squadra nerazzurra sono tornati ad essere accostati con insistenza. Ma, anche in questo caso, sembrano destinati a non arrivare nello stesso luogo allo stesso momento. E tante volte è accaduto in passato. Quante volte li abbiamo visti vicini? Quante volte ci siamo illusi leggendo improbabili titoli di giornale? Un sogno quello dell’Inter destinato a rimanere tale perché probabilmente Messi con la maglia dell’Inter lo vedremo soltanto alla Play Station. Ma, come detto, tante volte questo incontro si è sfiorato.
2004: Messi esordisce con il Barcellona, ma poteva essere dell’Inter
Il 16 ottobre 2004 un ragazzino viene buttato nella mischia al ‘Camp Nou’ da Frank Rijkaard. E’ piccolo, sembra gracilino, ma salta tutti come birilli. Indossa il 30 sulla schiena, ma da lì a qualche anno si cucirà addosso il 10 blaugrana. Quel ragazzino si chiama Lionel Messi e di strada ne farà tanta, quella maglia diventerà per lui una seconda pelle. E dire che la storia sarebbe potuto andare diversamente. Perché proprio nel 2004 Massimo Moratti aveva visto una videocassetta di un giovane Messi in azione con l’Argentina Under-20. Fu colpo di fulmine. Il presidente dell’Inter ci provò, ma Messi rimase al Barcellona, squadra che lo aveva curato dall’ipopituitarismo che lo affliggeva in Argentina. Quasi un gesto di riconoscenza, ma fu quella la prima volta che Messi e l’Inter non si incontrarono.
2006: Moratti ci riprova, ma il Barcellona alza la clausola
Moratti si arrese? No. Anzi, due anni dopo ci riprovò. Offerta shock al Barcellona: 150 milioni di euro, valore della clausola rescissoria. Ma il presidente Joan Laporta parla con il giocatore e adotta una stratagemma per resistere agli assalti. Questo il racconto dell’allora presidente bluagrana: “Nel 2006 l’Inter era pronta ad acquistare Messi. Hanno presentato un’offerta pari alla clausola rescissoria di 150 milioni di euro. Noi, parlando con il giocatore, decidemmo di alzare la clausola a 250 milioni. Ma eravamo tranquillo. Io ho sempre avuto un ottimo rapporto con il padre Jorge. Gli dissi che se lo avessimo ceduto al club di Moratti, il figlio probabilmente avrebbe vinto solo a livello economico. Al Barcellona, invece, Leo sarebbe stato felice. Stava per diventare il più grande della storia e noi avevamo una squadra in grado di farlo diventare tale”. Il desiderio di Moratti non si sopì mai, ma di tentativi veri e propri, nella sua gestione, non ve ne furono altri.
2016: arriva Zhang e ci riprova, ma Messi resta ancora a Barcellona
Zhang Jindong, attuale presidente dell’Inter, nel corso di una tournée americana non nascose il suo desiderio di avere la ‘Pulce’ in nerazzurro: “Voglio che mi compriate Messi, non importa quanto costerà”. Parole, soltanto parole, perché le rigide regole del Fair Play Finanziario imposero al neo-presidente di limitare le spese e quindi anche il sogno Messi rimase tale.
2020: ci risiamo. Come andrà a finire stavolta?
Che quella di Messi all’Inter sia solo una suggestione l’abbiamo ribadito più volte. Ma a quattro anni da quelle parole Zhang sembra essere passato ai fatti. Una stagione diversa, in tutti i sensi. E forse proprio questo sta alimentando i sogni dei tifosi dell’Inter. I costi sarebbero attenuati dal decreto crescita. 260 milioni complessivi. Tanti indizi (la casa comprata dal padre Jorge a Milano, voci di incontri con Marotta, la proiezione di Messi sul Duomo) ma nessuna prova. Messi difficilmente lascerà Barcellona. E, anche questa volta, il binario sul quale viaggia l’argentino e quello su cui c’è l’Inter sono destinati a non incontrarsi.