Facciamo una premessa prima di introdurre il discorso. I passaggi del turno di Lipsia e Bayern Monaco sono più che meritati, ci mancherebbe. Mettiamoci dentro anche il Paris Saint Germain, che nonostante i gol soltanto alla fine ha creato tanto contro l’Atalanta e avrebbe potuto segnare pure prima. Detto ciò, una domanda ce la si può porre pur senza affrettarsi in giudizi che, comunque, non daranno mai una risposta certa: siamo sicuri che la pausa post lockdown sia stata uno svantaggio?
Mi spiego meglio, per i meno attenti. Alla ripresa dei vari campionati post lockdown, con un occhio già ad agosto per le Coppe Europee, il dubbio che in tanti si ponevano era fondamentalmente uno: sarà avvantaggiato chi avrà già minuti sulle gambe e quindi più pronto fisicamente oppure chi è fermo da tempo e quindi più riposato? Il dibattito si è aperto quasi subito ma non è mai stato chiuso. Le correnti di pensiero erano opposte anche se sembrava prevalere la prima linea. In Italia e Spagna si è ripreso a giocare e i campionati si sono conclusi a ridosso dell’inizio delle Coppe, con minuti e benzina sulle gambe per le squadre coinvolte. In Francia il torneo non è più ripreso e, al netto della Coppa di Lega, la pausa è stata lunga e le amichevoli poche e poco attendibili. In Germania, invece, si è ripreso e finito prima di tutti, con una pausa abbastanza ragionevole per poter ricaricare le pile ed evitare infortuni.
Alla luce del cammino in Champions, ci sentiamo di affermare che – quindi, però – a prevalere sembra essere stata la seconda strada. Abbiamo visto un Lipsia correre il doppio dell’Atletico, al di là dell’atteggiamento tattico di Simeone. Abbiamo visto un Bayern Monaco surclassare prima atleticamente che tecnicamente un Barcellona sulle gambe. Abbiamo visto un’Atalanta completamente a terra nella ripresa, beffata da un PSG fresco e avvantaggiato anche dalla panchina lunga. Abbiamo visto un Lione – anche se la gara di Torino è poco indicativa – eliminare una Juve stanca, distratta e confusionaria.
Risultato? In Germania e Francia, in cui erano fermi da un po’, le squadre corrono e abbattono totalmente Italia e Spagna, in cui i tornei erano terminati a ridosso dell’inizio delle Coppe. Non è l’unica scusante, ovviamente. Ci sono di mezzo altri tipi di problemi, ad esempio per Juve e Barça. C’è un modo di fare calcio, per Lipsia e Bayern, al momento superiore alle altre, per idee, freschezza e giovinezza. Ma, lo ripetiamo – com’era d’altronde preventivabile – le rose lunghe e la condizione fisica alla fine hanno avvantaggiato le più forti o comunque quelle alle prese con meno acciacchi o infortuni.
E l’Europa League, direte voi? Lì i discorsi sono diversi perché entrano in gioco altri fattori. Il divario fra le squadre è più ampio e meno equilibrato e, in quel caso, la tecnica prevale su altri elementi. Non per niente Siviglia, Inter e Manchester United – tra le favorite da un po’ – sono arrivate in fondo.