Christian Vieri: da Nesta alla Ferrari in regalo, dai plasmon alle donne. I flirt alla Pinetina e le botte

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica “L’uomo del giorno“. Protagonista di oggi è Christian Vieri, grande attaccante italiano

CalcioWeb

Christian Vieri è stato un grandissimo attaccante. Soprannominato ‘Bobo’, è considerato tra i migliori centravanti italiani di tutti i tempi. Con la Nazionale ha raggiunto il record di segnature ai Mondiali (9 gol) detenuto da Roberto Baggio e Paolo Rossi. Nessuna gioia per lui, però, in azzurro. Per uno strano scherzo del destino, infatti, la sua ultima partita con l’Italia (qualificazioni ai Mondiali 2006, successo per 2-1 tra l’altro con un suo gol) avviene pochi mesi prima del successo in Germania. Subirà un infortunio a marzo, nelle fila del Monaco, che gli comprometterà la presenza nella ‘spedizione’ che fece gioire Cannavaro e compagni. Più tardi rivelò che quello è stato il suo più grande rimpianto.

Punta di diamante del Torino Primavera, dal suo esordio coi granata in prima squadra inizia a girovagare per Italia ed Europa: Pisa, Ravenna, Venezia, Atalanta, e poi la prima grande squadra, la Juve, con cui gioca però solo un anno. Passa in Spagna, all’Atletico Madrid, in cui mantiene una media pazzesca di reti (24 in altrettante gare), poi torna in Italia, alla Lazio (per la cifra astronomica, all’epoca, di 55 miliardi di lire) ma trova finalmente stabilità all’Inter. 6 stagioni, dal ’99 al 2005, in cui segna più di 100 reti in quasi 150 presenze. La fine dell’avventura in nerazzurro coincide con l’inizio della discesa. Breve parentesi al Milan, poi il Monaco ed il ritorno in Italia: Sampdoria, Fiorentina, Atalanta ed il definitivo ritorno a Bergamo, città in cui chiude col calcio giocato.

Fuori dal campo, Vieri è una persona allegra e spensierata. ‘Fenomeno social’, è considerato ‘bomber‘ non soltanto per le numerose reti segnate in carriera ma anche per le relazioni con diverse veline, tra cui Elisabetta Canalis e Melissa Satta. Adesso è marito di Costanza Caracciolo, dalla quale ha avuto due figli: Stella e Isabel.

Divertente retroscena raccontato da Vieri nel suo libro ‘Chiamatemi Bomber’. Si parla di Nesta all’Inter: «Ale, verresti nell’Inter? Per superare lo shock del 5 maggio e trovare motivazioni per la nuova stagione mi metto in testa di portare Alessandro Nesta in nerazzurro – si legge -. Vengo a sapere che Ale è sul mercato e lo chiamo: ‘Verresti da noi?’. E lui: ‘Sì, nessun problema per me’. Io e Ale ci teniamo costantemente in contatto e io, a mia volta, presso come un matto Moratti’. Qualche giorno più tardi il presidente risponde sconsolato: ‘So che ci tieni tanto e che Nesta è un campione ma costa troppo’. Il 32 non si scoraggia e sull’istante partorisce un’idea geniale: «Ci tagliamo lo stipendio io, Ronaldo e il ‘Chino’ Recoba. Siamo i più pagati della squadra e facendo un piccolo sacrificio possiamo convincere il presidente a fare l’ennesimo sforzo per il bene dell’Inter».

Ronaldo è in discoteca e Recoba a pescare. Avvisa il procuratore: «Mi taglio 500 mila euro, pensaci tu». Luis Nazario è in un locale brasiliano quando viene informato: «Per rintracciarlo mi ci vogliono due giorni, è in discoteca, al telefono è un casino ma gli spiego tutto e anche lui è d’accordo. ‘Ok Bobo, è un’idea da matti ma mi piace’». Anche Recoba dall’Uruguay ci sta: ‘Bene Bobo, adesso però lasciami tornare a pescare’. «E’ fatta», pensa Vieri che attende soltanto di leggere l’ufficializzazione dai giornali. «Sono all’ippodromo e mi telefona Mao, il figlio del presidente, ‘Bobo so che sei incazzato ma Nesta costava davvero troppo… abbiamo preso comunque un campione, Gamarra’. Non dico niente, senza chiudere la chiamata lancio il cellulare verso la pista dei cavalli con tutta la mia forza, quel telefonino non l’ho più rivisto. A quei tempi Nesta era il massimo ed era pronto a venire da noi» ma l’Inter chiuse con Gamarra. Non esattemente la stessa cosa, per usare un eufemismo.

La carriera da bomber di Vieri iniziò in Australia, per puro caso: “Sai che ti dico, Christian? Hai ragione!. Complimenti, mister. Da solo ci saresti mai arrivato? Evidentemente no. Ha avuto bisogno dell’aiutino, il mister. E l’aiutino gliel’ho dovuto dare io, un ragazzino di quattordici anni che da terzino sinistro segna più gol degli attaccanti. ‘Mister, non è che stare in difesa non mi piaccia, ma forse è meglio se mi metti a giocare davanti’. Siamo a Sidney, nel campetto d’allenamento dei giovani del Marconi Football Club: la mia storia di attaccante è cominciata così”.

Tantissimi altri aneddoti sono raccontati nel libro ‘Chiamatemi Bomber’. “Alla vigilia di Atletico-Paok parlo con Futre, il mio punto di riferimento. Paulo è il pupillo del presidente Jesus Gil. ‘Devi dire al presidente che se segno tre gol anche in Coppa mi aspetto in regalo una Ferrari 550 Maranello‘. Futre va davvero da Gil, poi torna: ‘Ok Bobo, fai tripletta e la Ferrari è tua’. Ve lo ricordate il tiro impossibile dalla linea di fondo, quasi dalla bandierina del calcio d’angolo? Le immagini di quel gol fanno il giro del mondo, ma nessuno sa che vale anche una Ferrari”.

“Ai tempi della Lazio non mi facevo problemi a farmi vedere a cavallo della Ducati. A una settimana dalla finale di Coppa delle Coppe, Julio Velasco mi prese da parte: ‘Guarda Bobo, in società non stai più facendo dormire nessuno, potresti almeno in quest’ultima settimana regalarci qualche ora di sonno in più e usare la macchina?’. E così feci. Ma io almeno la moto la sapevo guidare bene. Salas invece era un disastro. Prese una Harley Davidson e dopo pochi giorni andò a schiantarsi contro un palo: sette punti di sutura sullo stinco, ma nessuno l’ha mai saputo”.

E sulle donne: “A diciott’anni si diventa maggiorenni, si può finalmente guidare l’automobile, si può votare e tutta una serie di altre cose. Ma i miei diciotto li ricordo soprattutto perché fu in quel periodo che varcai per la prima volta la soglia del Pineta di Milano Marittima, che negli anni a venire sarebbe diventato per me un appuntamento fisso… Elisabetta Canalis? Me la passò al telefono Iacchetti. Menava di brutto Eli quando la facevo arrabbiare… Melissa Satta la conobbi quando aveva 18 anni, era bellissima. Le dissi: ‘Ascolta Melissa, adesso sei troppo giovane, ma mi prenoto per diventare tuo fidanzato appena avrai compiuto vent’anni…’. Mi hanno attribuito molte storie in questi anni. Devo essere sincero, quelle inventate sono state poche, è quasi tutto vero ciò che avete letto sui giornali di gossip. Molte delle ragazze che vedete in tv e al cinema hanno avuto a che fare con il Bomber…“.

«Un giorno dopo l’allenamento con l’Inter esco per ultimo dalla Pinetina. Vedo, duecento metri più in là, una macchina parcheggiata a bordo strada. Rallento, accosto, osservo e fra me e me penso ‘Guarda che bella questa morettina‘. La fisso per capire se sia rimasta in panne e abbia bisogno di aiuto. Lei tira giù il finestrino, sorride e mi dice: ‘Ciao sono una tua tifosa, se ti va di seguirmi ho un regalino per te… – si può leggere nel suo libro – Oltre ad essere bellissima è decisa, ha un tono di voce fermo e sicuro. La cosa mi intriga e sto al gioco ‘Agli ordini mister, ti seguo’ le dico rubandole un sorriso che mi fa già immaginare molto. Ci fermiamo in una piazzola dove non c’è anima viva. Scende dalla sua macchina e sale sulla mia per fare quello che potete immaginare. Finito tutto, come niente fosse, se ne va dicendomi: ‘A domani!’. E io, da bravo bomber, cosa volete che abbia risposto? ‘Sì, mister, ai tuoi ordini!’. Da quel giorno appuntamento fisso, prima degli allenamenti però. E’ stato così quasi tutti i giorni per sei anni. Ora è facile indovinare perché, quando entravo in Pinetina avevo un sorriso a 32 denti».

Adani ha invece raccontato del Vieri professionista: Camomilla e plasmon il sabato sera prima di andare a letto, alle 23 spegneva la tv e si dormiva”. Vieri ha raccontato di Ronaldo al ‘Chiambretti Night’: “Quando giocavo all’Inter, Ronaldo era il giocatore che si allenava di meno perché era il più forte del mondo ed è vero che tornavamo alle 5/6 del mattino, perché andavamo per locali, poi però io dormivo due ore ed andavo sul campo a correre, mentre lui si metteva sul lettino a mangiare brioche e cappuccino. Il problema è che la sera dopo, a mezzanotte, si presentava sotto casa mia e suonava il clacson dell’auto fino a quando non scendevo ed uscivamo nuovamente”.

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