Claudio Taffarel, un guasto lo portò al ritiro. L’oratorio e medaglia d’oro e portafogli dimenticati in taxi

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Claudio Taffarel, ex portiere brasiliano

CalcioWeb

In Brasile è considerato una sorta di divinità: Claudio Taffarel. Era un portiere che badava tanto alla concretezza e poco allo spettacolo. Cresciuto nell’Internacional, nel 1990 sbarcò in Italia per giocare tre stagioni col Parma. Il suo acquisto ebbe scopi commerciali poiché Taffarel doveva essere l’uomo immagine della Parmalat in Brasile. Invece divenne uno dei pilastri di quella squadra vincente anche in Europa. Nella stagione ’93-’94 giocò nella Reggiana, contribuendo ad una miracolosa salvezza. Poi il ritorno in Brasile con la maglia dell’Atletico Mineiro. Dal ’98 al 2001 al Galatasaray prima di tornare al Parma dal 2001 al 2003. Nel 2004 si accordò con l’Empoli, ma il giorno in cui doveva raggiungere il Castellani fu bloccato da un guasto alla Bmw aziendale. Per un uomo molto religioso come lui, questo fatto fu un segno del destino che lo convinse a ritrattare l’accordo e a ritirarsi dal calcio giocato. Taffarel è stato anche e soprattutto una icona della Nazionale brasiliana, con cui vanta oltre 100 presenze e la vittoria, ahi noi italiani, del Mondiale di Usa ’94. Dopo il ritiro è diventato allenatore dei portieri della Nazionale brasiliana per un breve periodo e del Galatasaray, a più riprese fino al 2019.

Taffarel ha iniziato la sua carriera agonistica da giocatore di pallavolo. Essendo molto religioso (faceva anche parte degli Atleti di Cristo), parlò dei suoi tormenti con Don Felice, il sacerdote del Preziosissimo Sangue, la parrocchia di periferia dove passava le sue ore libere. Qui giocava di tanto in tanto. Ha sposato la compagna Andrea. L’ex giocatore del Parma, ora commentatore televisivo, Lorenzo Minotti, ha svelato un interessante retroscena su Taffarel: “Nella finale di USA ’94 non sono rimasto in spogliatoio perché non avevo giocato, così ero già pronto e ho preferito andare in quello del Brasile dove c’era il mio amico Taffarel. Ricordo che prese un taxi e scordò all’interno della macchina il portafogli e la medaglia d’oro. Per fortuna, però, il tassista si dimostrò una persona corretta e trovò il modo di contattarlo per riconsegnargli tutto”.

Condividi