Patrick Cutrone: un’infezione e un provino con l’Inter, le nonne portieri e i tatuaggi

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Patrick Cutrone, ex attaccante del Milan

CalcioWeb

Nato a Como il 3 gennaio del 1998, Patrick Cutrone. Una carriera ancora breve la sua, che però ha già detto tanto. muove i primi passi nel mondo del calcio nella Paradiense, poi viene visionato dagli osservatori rossoneri e inizia la sua trafila nel Settore Giovanile del Milan. Arrivato in Primavera, l’attaccante stupisce tutti con una media realizzativa impressionante: mette a segno ben 43 gol il 67 partite, numeri che gli valgono le convocazioni nelle Nazionali giovanili. Esordisce in Serie A con la maglia del Milan il 21 maggio 2017, all’età di diciannove anni, quando all’ottantacinquesimo minuto della gara contro il Bologna prende il posto di Deulofeu. L’arrivo in panchina di Gattuso lo rilancia. Gioca con continuità e diventa il miglior marcatore stagionale del Milan. Nell’estate del 2019 è stato ceduto al Wolverhampton.

I tifosi del Milan non hanno preso bene la sua cessione, anzi hanno contestato pesantemente la scelta della società. Cutrone non ha mai nascosto il suo amore per i colori rossoneri, anche attraverso un tatuaggio che lo accompagna praticamente da sempre. Diverse le curiosità nella vita di Cutrone. A 14 anni si ferì per recuperare un pallone finito oltre una recinzione. Si procurò un taglio sotto l’ascella. Un mese dopo, durante un torneo giovanile con la maglia del Milan a Manchester, fece la sua comparsa una brutta infezione e dovette operarsi. Non rinunciò, però, alla finale all’Old Trafford.

Da bambino fece un provino con l’Inter. Segnò otto gol, ma i nerazzurri temporeggiarono e vennero anticipati dai cugini rossoneri. Fino a poco tempo fa Cutrone dormiva con un pallone sotto il cuscino, una vera e propria passione la sua. Il suo soprannome è Pokemon. Lo chiamò così un suo zio. Ma, attenzione: il cartone animato non c’entra nulla. Come idoli ha alcuni grandi bomber: Pippo Inzaghi, Morata, Suarez, van Persie, Borriello, van Basten e Weah. Ma anche un difensore come Maldini, come raccontò qualche tempo fa: “Una volta venne a prendere suo figlio Christian: gli tesi il foglietto per l’autografo, non riuscivo a parlare”.

E’ un amante dei tatuaggi. Ne ha uno particolare sull’avambraccio: le sagome di due adulti e due giovani che passeggiano su una spiaggia al tramonto. Sotto, una scritta: FAMIGLIA. Sono i genitori, lui e il fratello Christopher, che fa il portiere nell’As Castello, in Svizzera. Cutrone bacia il tatuaggio dopo ogni rete: è la sua esultanza. Un ulteriore aneddoto riguarda i suoi allenamenti da bambino: “Quando ero piccolo ero sempre a casa con le mie nonne. E a loro piaceva giocare a calcio. Quindi io mi allenavo a tirare e loro dovevano parare. I miei genitori si arrabbiavano con me, perchè ogni tanto rompevo qualche vaso durante quelle partite. Ma le mie nonne erano ottimi portieri!”.

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