Totò Di Natale: una vita all’Udinese, un figlio d’arte e un rifiuto storico

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Antonio "Totò" Di Natale
CalcioWeb

Antonio Di Natale nasce a Napoli il 13 ottobre 1977. Si avvicina al calcio sin da bambino guardando le magie di Maradona con la magia del Napoli. L’altezza non è dalla sua parte, ma il talento è tanto e si vede subito. Gioca con il Castello di Cisterna, squadra partenopea. A 13 anni gli propongono un provino per l’Empoli. Di Natale viene preso e inizia la sua avventura in Toscana. Nel 1996, a 19 anni, termina le giovanili e viene promosso in prima squadra. Non trova molto spazio e viene mandato in prestito. Prima all’Iperzola poi al Viareggio. Tornato all’Empoli fa vedere di cosa è capace. Segna 31 reti in 3 stagioni. Vive altre due stagioni buone formando un attacco niente male insieme a Tavano e Rocchi. Nel 2004 approda all’Udinese. Da esterno sinistro viene trasformato in seconda punta. Gioca la Champions League, sotto la guida di Luciano Spalletti, realizzando una doppietta contro il Werder Brema. Donadoni lo convoca per gli Europei del 2008. Nel 2009-2010 vive una stagione magica: 29 reti e titolo di capocannoniere. Sigla gol pazzeschi, con conclusioni spettacolari al volo, pallonetti, botte da lontano.

La stagione successiva, in coppia con Alexis Sanchez, è nuovamente strepitosa. Un memorabile 0-7 a Palermo porta 3 firme sue e 4 del cileno. Quell’Udinese, guidata da Guidolin, giunge al quarto posto. Alla fine in Serie A, tra Empoli e Udinese, saranno 209 reti in 455 presenze. Per lui si sono mosse Milan e sopratutto Juventus, ma Di Natale rifiutò le proposte dicendo: “In Friuli ho trovato la mia casa e non ho mai pensato di lasciare la squadra, la città e la famiglia Pozzo, che mi ha adottato come un figlio. Quando mi contattò la Juventus dissi al presidente che volevo rimanere ed è così che abbiamo deciso che sarei rimasto a vita”. Anche con la Nazionale Di Natale si è tolto qualche soddisfazione: nel 2012, all’esordio all’Europeo, è entrato in campo nella ripresa contro la Spagna segnando il gol del pareggio e vendicando l’errore dal dischetto di quattro anni prima in finale.