Inferno al Seregno, il portiere Fumagalli: “era Gomorra, i miei compagni picchiati durante una partita”

Ermanno Fumagalli è il portiere del Seregno e ha svelato dettagli sul club veramente da brividi
CalcioWeb

Un vero e proprio inferno. Si sono registrati episodi gravissimi al Seregno calcio con la squadra che ha denunciato minacce di morte, aggressioni e un pugile inviato in campo per minacciare i calciatori. Il portiere Ermanno Fumagalli ha svelato, in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, tutti i dettagli sulla vicenda.

“Era Gomorra. Il clima era troppo pesante. Ci si allenava giocando a pallamano, una specie di calcio fiorentino dove valeva tutto, per vincere. E quando dico tutto, dico: tutto. Una volta siamo stati convocati alle 6 del mattino e abbiamo corso per un’ora. Dopo la sconfitta contro la Juventus Under 23 siamo arrivati alle 7 e abbiamo dovuto rivedere la gara del giorno prima. Non era una squadra, era una caserma. Sempre in trincea”. 

Poi i dettagli: “stava per incominciare l’allenamento e mi si sono avvicinate alcune persone che conoscevo perché bazzicavano attorno alla squadra. ‘Ti veniamo a prendere a casa, forse non hai capito’. ‘Non rivedrai più la tua famiglia, stasera saluta Jacopo’. Quando hanno fatto il nome di mio figlio, non ho più capito niente. C’era una tensione continua”. 

“Qualche mio compagno è stato picchiato, tra il primo e il secondo tempo di una partita una persona, di cui non faccio il nome, ha messo le mani addosso a due ragazzi. Non so perché l’ha fatto”. 

“Ho pensato di lasciare Seregno ma per fortuna il presidente ci ha liberato da questo incubo. La sera tornavo a casa e stavo male. Per me il calcio è passione, divertimento, amore. La fiammella si stava spegnendo, adesso è stata riaccesa. Ci sono più serenità, più armonia, più compattezza. Se vogliamo possiamo anche fare la battuta, nello spogliatoio, si può ridere. Ho riconquistato il mio calcio. Prima c’era Gomorra”.