Plusvalenze, Salvini difende la Juventus: “vicino ai tifosi bianconeri”

Le reazioni sullo scandalo delle plusvalenze fittizie, il commento di Salvini sulla penalizzazione alla Juventus
CalcioWeb

Lo scandalo delle plusvalenze fittizie continua a tenere banco nel mondo del calcio, sono arrivate nuove reazioni anche dai politici. “Da tifoso milanista non sono difensore della Juventus, mi è sembrato strano che in un sistema dove pare che tanti se non tutti hanno usato certi metodi… Solo contro la Juve si è intervenuti a gamba tesa”. E’ quanto dichiarato dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini dopo la sentenza della Corte d’appello Figc che nel caso plusvalenze ha penalizzato la Juventus di 15 punti.

“I tifosi della Juventus non hanno certo bisogno di me che poi faccio il ministro dei Trasporti. Però chiudendo la parentesi calcistica che per i bambini è svago trovo che siano entrati pesantemente in casa Juve come fosse solo un problema della Juventus. Mi è sembrato strano”, sottolinea Salvini.

Il vicepremier si dice “vicino ai tifosi della Juventus perché non c’entrano nulla” e che “se qualcuno ha sbagliato per carità di Dio è giusto che paghi” ma, osserva Salvini, “se ti accusano di fare delle plusvalenza e quindi di taroccare il valore dei giocatori…per taroccare bisogna essere in due, e quindi se puniscono solo uno, o il sistema è strabico o la Juve dà fastidio”.

Andrea Abodi
Foto di Angelo Carconi / Ansa

Le dichiarazioni di Abodi

Sull’argomento ha deciso di intervenire anche il ministro per lo sport, Andrea Abodi, intervenuto a Cesena per un evento. “Tutto il sistema calcio deve farsi un profondo esame di coscienza. Ho avuto sempre grande cautela perché a volte, leggendo anche un po’ i social, ho idea che si pensi che il ministro possa fare tutto, decidere tutto, intervenire su tutto. Il primo tema è il rispetto dei ruoli, della differenza dei ruoli. Quello che sta succedendo è molto di più di una partita di calcio”.

“Certe cose non si fanno da soli. I tecnicismi vanno spiegati anche all’opinione pubblica, che deve comprendere. Il rischio, è di mettere la questione sul piano di una partita di calcio dove c’è chi non capisce, ma si lamenta, e c’è chi non capisce ed è contento semplicemente perché in questo momento la decisione è stata presa nei confronti di una squadra”.