Italia, Spalletti si presenta: stile di gioco, convocazioni e retroscena

Luciano Spalletti ha tenuto la prima conferenza stampa da CT dell'Italia: stile di gioco, convocazioni e retroscena tra i temi trattati
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Roberto Mancini è ormai passato. Per l’Italia inizia ufficialmente l’era Luciano Spalletti. In attesa dei primi impegni ufficiali, in calendario il 9 settembre contro la Macedonia a Skopje e il 12 settembre a Milano contro l’Ucraina, gare valide per le qualificazioni all’Europeo 2024, il CT azzurro ha tenuto la prima conferenza stampa nelle nuove vesti da Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Calcio.

Il ricordo d’infanzia

Grazie alla Federazione per avermi dato questo bellissimo incarico – ha esordito Spalletti -. Sono stati giorni intensi. Ho passato tanto tempo in questo luogo che si può definire l’università del calcio, però essere qui alla conferenza stampa della mia presentazione come c.t. della nazionale è veramente un’emozione indescrivibile. Un sogno che parte da lontano. Nel 1970 avevo 11 anni, chiesi a mia mamma una bandiera dell’Italia più grande possibile per festeggiare quel 4-3 contro la Germania. Ora questa bandiera dell’Italia la riporterò in campo quando andrò in panchina. Spero di far nascere quel sogno in tutti i migliaia di bambini che guarderanno la Nazionale Italiana“.

Napoli

Spalletti ha sottolineato: “sono stato felicissimo fin dalla prima telefonata del presidente Gravina“, parlando poi di Napoli che è stata “un’esperienza travolgente e unica“, spiegando che sulla questione della clausola “ci sono delle cose che dobbiamo mettere a posto dove stanno lavorando gli avvocati, spero si possa arrivare il prima possibile alla migliore soluzione per tutte e due le parti“.

Entusiasmo

I calciatori devono essere felici di indossare questa maglia, bisogna urlare questa felicità perché non è una maglia qualunque, è una maglia importantissima. La maglia della Nazionale è sempre addosso – ha dichiarato Spalletti – Ci sono campioni che hanno dimostrato cosa significa portare questa maglia, saranno i nostri spiriti guida. Come Gianluca Vialli, che resterà sempre con noi. L’appartenenza diventa fondamentale. Abbiamo nello staff Gigi Buffon che è un esempio chiaro e può spiegare ai giocatori cosa significa questa maglia“.

Stile di gioco

Da Mancini eredito una buona Nazionale che ha vinto un Europeo, ha realizzato il record di risultati utili e ha lanciato tanti giovani. Poi dobbiamo cancellare quell’amarezza per le due esclusioni dai mondiali e non dobbiamo pensare di far parte di un calcio minore – ha affermato – Noi vogliamo giocare con la difesa a 4. Noi vogliamo essere una squadra che tenta di andare a prendere la palla. Due cose sole contano nel calcio: la pressione e la costruzione. Il resto viene di conseguenza.

Attaccanti? Ce ne sono in Italia che sono nelle condizioni di vestire la maglia della Nazionale. Non ho chiamato Kean e Scamacca per il minutaggio, andrò a conoscerli. Mi sembra che ci siano delle potenzialità da poter sfruttare, secondo me c’è anche qualche giocatore di altre posizioni che può ricoprire quel ruolo di attaccante centrale. C’è del lavoro da fare, ma ho portato dei collaboratori che conosco da sempre e mi fido di loro“.

Le parole di Gravina

Siamo qui per scrivere il capitolo di un nuovo libro – ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina – . In pochi giorni abbiamo dovuto affrontare una crisi inaspettata (il riferimento è alle dimissioni di Mancini, ndr). Un pizzico di delusione inutile nasconderla, abbiamo avuto una reazione composta e concentrata ad aprire un nuovo capitolo. Sono orgoglioso. In tanti mi hanno chiesto: perché Spalletti? Sul piano tecnico non devo dire nulla, sulla maturità, sul valore del gioco espresso lo stesso. Quello che più mi ha colpito è il lato umano, abbiamo avuto l’intuito di investire. Luciano dedica tutta la sua capacità sentimentale a tutto ciò che ama: sacrificio totale alla sua famiglia, alle persone a cui è legato, a cui vuole bene, alla sua terra, al calcio. E’ incredibile quello che è successo in pochi giorni, volevamo dare alla nazionale un tecnico di grande prestigio“.