“Caz** ridi?”, Kean e il retroscena su Zaniolo: la rabbia di Di Biagio in Under 21

Moise Kean racconta un retroscena relativo al periodo in Under 21: un ritardo con Zaniolo gli costò una strigliata da Di Biagio

CalcioWeb

Un grande talento che spesso ha avuto difficoltà a incanalare nella giusta direzione, qualche marachella da ‘bad boy’ e una carriera che stenta a stare al passo con le grandi aspettative che c’erano nei suoi confronti. Moise Kean può ancora diventare un calciatore di primo livello, ma dipenderà da lui.

Il passato turbolento sembra alle spalle. “Da ragazzo mi mettevano fuori perché non sapevo ancora come stare in mezzo agli altri. Mi mettevano ad aiutare i magazzinieri, a pulire gli spogliatoi per farmi capire“, ammette ai microfoni di “Dazn Heroes”.

Kean e il ritardo con Zaniolo

Nel suo racconto, Kean ricorda l’episodio che, insieme a Nicolò Zaniolo, costò a entrambi una strigliata dal CT Di Biagio in Under 21. “Ero con Zaniolo, lui metteva musica ad alto volume, giocavamo alla play e alle 11 c’era riunione. – racconta – Alle 10 e 58 eravamo ancora lì, abbiamo aspettato un sacco di tempo l’ascensore e siamo arrivati alle 11:05. Il mister Di Biagio ci fa: ‘Allora? Non va bene’. E io: ‘Mi scusi mister, siamo arrivati in ritardo”. Mi sono scusato con la squadra mentre a Nicolò faceva ridere la cosa, io lo guardavo e gli dicevo: ‘Ma che c…. ridi?’“.

Kean, il figlio Marley e ‘papà’ Allegri

Oggi Kean è cresciuto, ha un figlio piccolo di nome Marleymi sono cambiate tante cose, prima di agire ci pensi 20 volte, pensi sempre a lui, ma tutto è successo in poco tempo, da quando l’ho preso in braccio“. Allegri è stato come un secondo padre: “tra noi c’è un ottimo rapporto, mi ha fatto capire quando facevo cavolate e quando facevo bene. E’ stato un papà sportivo, a volte litighiamo ancora ma alla fine ci vogliamo bene anche se non ce lo diciamo“.

Kean e il rapporto con i compagni della Juventus

Kean ha parlato anche del rapporto con i compagni alla Juventus: “Bonucci mi rimproverava più di tutti per l’atteggiamento. Lui conta tanto su quello. Quando lo hai sbagliato viene da te e ti dice di cambiarlo. Con i giovani però penso di saperci fare. Se vado io da Huijsen o Yildiz mi capiscono di più. Miretti, una volta quando mi avevano messo in punizione mi avevano fatto allenare con i più piccoli e c’era lui.

Fagioli? Parlavano tutti di lui, mi fermai a guardare una partita dell’under 21 e dissi: ‘Questo è veramente bravo’, avrà tempo per dimostrarlo. Hans è un po’ un mio gemello, mi conosce più di tutti qua dentro. Prima che sto per dire una cavolata mi dice di non dirla, mi conosce troppo bene, è la mia guida. Quando non capisco qualcosa chiedo ancora ad Hans. Anche gli esercizi che magari non ho capito, chiedo a lui. Persona speciale per me. E’ molto aperto anche se ascolta la musica peggiore“.

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