È un po’ come nel gioco delle sedie: parte la musica, si inizia a ballare, poi la musica finisce ed è subito caccia a una sedia libera. Lo stesso vale per le squadre di calcio: una volta iniziato il valzer si è tutti in ballo ma l’importante, quando la musica finisce, è non restare senza panchina. Lo sa bene Maurizio Sarri che, dopo l’addio alla Lazio a metà stagione, è rimasto senza panchina in attesa di una chiama estiva. La chiamata per Sarri è arrivata ma è del Panathinaikos.
Il club greco, quarto nell’ultimo campionato disputato, ha offerto un contratto ricco al tecnico napoletano, Sarri ha scelto di prendere tempo. La proposta rischia di essere un downgrade rispetto alle ambizioni del tecnico che si è detto sì alla ricerca di una sfida, ma che in carriera ha vinto con il Chelsea e la Juventus: finire nel campionato greco sarebbe quasi un passo indietro spontaneo rispetto al calcio ad alti livelli.
Dalla Serie A il telefono, però, non sembra voler squillare. Le panchine italiane, del resto, sono quasi tutte occupate. Napoli e Juventus, due delle squadre che cambiano allenatore, le ha già allenate e il bis è fuori dalle prospettive di ambo le parti. Il Milan sembra voler puntare su un profilo estero, il treno rossonero è passato con l’era Berlusconi. Inter e Atalanta si tengono ben stretti Inzaghi e Gasperini. La Roma ha De Rossi, la Lazio non è da prendere in considerazione per ovvi motivi.
Ci sarebbero Fiorentina e Bologna che però preferirebbero un tecnico giovane. Per Maurizio Sarri in Serie A, ad alti livelli, non c’è più posto?