“Per le qualità che ha Pellegrini può vestire la numero 10 in maniera corretta, è fatto di quella pasta lì ed è un giocatore che sa galleggiare, sa calciare le punizioni e i rigori. H ail piede per mettere quella palletta morbida ed è sempre messo bene con la postura del corpo, sa saltare l’uomo nello stretto“. Con queste parole, il CT Luciano Spalletti ha consegnato la maglia numero 10 dell’Italia a Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, che a Euro 2024 avrà l’onore e l’onere di essere l’ultimo erede di una grande tradizione calcistica.
Per gli appassionati di calcio il numero 10 è sacro. Simbolo di talento, carisma, genio (a volte anche sregolatezza). Il numero 10 è solitamente il calciatore più tecnico della squadra, gioca a supporto delle punte ed è in grado di sfornare assist illuminanti ma anche di fare gol magnifici. Da Maradona a Pelè, passando per Platini, Ronaldinho e Messi, la storia è piena di numero 10 che hanno fatto innamorare i tifosi. E anche l’Italia ha una tradizione di numeri 10 importante.
I numeri 10 dell’Italia agli Europei
Abbiamo parlato di calciatori offensivi e grande qualità, ma la storia del numero 10 dell’Italia agli Europei inizia con un difensore. Nel 1968, anno del primo Europeo degli azzurri, la numero 10 era sulle spalle di Giacinto Facchetti. Esatto, quel Giacinto Facchetti che solitamente indossava il numero 3 più consono a un terzino come lui.
In quanto a carisma e storia, Facchetti era sicuramente ‘un numero 10’, ma le ragioni dell’assegnazione di quella casacca furono altre: all’epoca i numeri venivano dati in ordine alfabetico e a Facchetti, decimo della lista, toccò il 10.
Nel 1980 il numero 10 dell’Italia fu Giancarlo Antognoni, vero fantasista coi fiocchi. Nell’Italia del 1988 ci sono Vialli e Mancini, due che la 10 potrebbero indossarla senza problemi, ma il CT Azeglio Vicini li considera attaccanti e dà la 10 a un… terzino. Come 20 anni prima, la maglia finisce sulle spalle di Luigi De Agostini.
Nel 1996 il simbolo dell’Italia è il numero 10 per eccellenza, Roberto Baggio, ma a USA 94′ il CT Sacchi ha un diverbio con lui e non lo convoca per i successivi Europei. Il numero 10 dell’Italia sarà Demetrio Albertini, centrocampista di qualità, ma non proprio un fantasista: l’Italia uscirà ai gironi fra le polemiche.
Negli anni 2000, si alternano i più grandi numeri 10 italiani dell’epoca: nel 2000 tocca a Del Piero, nel 2004 a Totti. Nel 2008 passaggio di consegne in casa Roma, la 10 sarà indossata da Daniele De Rossi. Nel 2012 tocca ad Antonio Cassano, mentre nel 2016 finì sulle spalle di Thiago Motta con grandi polemiche. L’ultimo numero 10 dell’Italia, presente nella vittoria di Euro 2020, fu Lorenzo Insigne. Da un Lorenzo all’altro, adesso è la volta di Pellegrini: l’augurio è che quel nome e quel numero portino allo stesso risultato.