Il calcio italiano non cambia mai. Chi sbaglia non paga, resta al suo posto, ottiene riconferme e fiducia. Le dimissioni di Luciano Spalletti non sono arrivate, nonostante un’umiliante eliminazione da Euro 2024. Gravina lo ha riconfermato CT dell’Italia in previsione dei Mondiali del 2026. L’Italia non si qualifica ai Mondiali da 2 edizioni e rischia seriamente di vedere anche i prossimi dal divano di casa. Ma nessuno prende il problema di petto. Fiducia e tempo sono le chiavi.
Ma il calcio italiano non cambia mai. Le parole di Claudio Gentile, pronunciate lo scorso agosto a 17 anni dall’ultima partita alla guida di una Nazionale Italiana, suonano oggi come una profezia.
I CT che restano al loro posto nonostante i fallimenti
“Il calcio italiano è malato. Siamo fuori da due mondiali e da quattro Olimpiadi. L’Europeo vinto con Mancini è stato, ahimè, una splendida eccezione che conferma la triste regola: siamo in crisi. Non ho nulla contro Nicolato, ma aveva già toppato un Europeo. Eppure era rimasto al suo posto, pronto a fallire ancora. Evidentemente ha dei santi in paradiso“. Gentile aveva commentato la debacle di Nicolato all’epoca, discorso facilmente sovrapponibile a Luciano Spalletti, un ‘fallimento più tardi’.
“Mi viene da pensare che dalle parti di via Allegri, a Roma, sia rimasto tutto uguale. In Federazione mi sembra valgano di più le raccomandazioni che i meriti effettivi delle persone. È rimasto tutto come ai miei tempi, quando venni fatto fuori dopo che avevo guidato l’Under 21 a vincere l’Europeo e a conquistare una storica medaglia alle Olimpiadi di Atene 2004 – aggiunse Gentile – Per colpa di certe personcine all’interno della Federazione mi sono visto la carriera stroncata perché non abbassavo la testa. E non ascoltavo gli inviti di certi procuratori che volevano imporre i giocatori nelle convocazioni. L’ho pagata cara. Oggi i giocatori sono nelle mani dei procuratori ed è questo il loro male. Io non ho mai avuto un procuratore. I procuratori rovinano il calcio“.