Addio a Sven-Goran Eriksson: è morto l’allenatore del leggendario Scudetto della Lazio

Morto Sven-Goran Eriksson, l'allenatore del leggendario Scudetto della Lazio: aveva 76 anni ed era malato da tempo

CalcioWeb

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Sven-Göran Eriksson, scomparso nella mattinata odierna dopo una lunga battaglia contro il cancro. Nato il 5 febbraio 1948 a Torsby, in Svezia, Eriksson ha avuto una carriera straordinaria, caratterizzata da successi sia a livello di club che di nazionali. Con la sua visione tattica, la capacità di gestire giocatori di talento e un’eccezionale abilità nel motivare le squadre, Eriksson è stato uno degli allenatori più rispettati e riconosciuti a livello mondiale.

Gli Inizi e la Carriera nei Club

Eriksson iniziò la sua carriera come giocatore in Svezia, ma si rese presto conto che il suo vero talento risiedeva nella gestione e nella tattica. Passò quindi alla carriera di allenatore, inizialmente guidando club svedesi come il Degerfors IF e il IFK Göteborg. Fu proprio con il Göteborg che Eriksson attirò l’attenzione internazionale, vincendo la Coppa UEFA nel 1982, un risultato straordinario per una squadra svedese.

Il Successo in Italia: Roma, Fiorentina e Sampdoria

Il successo con il Göteborg gli aprì le porte dell’Italia: allenò club prestigiosi come la Roma, la Fiorentina e la Sampdoria. Con la Roma, Eriksson vinse la Coppa Italia nel 1986, consolidando la sua reputazione come uno degli allenatori più promettenti d’Europa. Con la Sampdoria, conquistò nuovamente la Coppa Italia nel 1994.

L’apice con la Lazio

Il punto più alto della carriera di Eriksson arrivò, senza dubbio, con la Lazio, club che allenò dal 1997 al 2001. Durante questo periodo, Eriksson trasformò la Lazio in una delle squadre più forti d’Europa. Sotto la sua guida, la Lazio vinse il suo secondo Scudetto nella stagione 1999-2000, un’impresa impressa nella memoria storica del club biancoceleste. Inoltre, Eriksson portò la Lazio alla vittoria di numerosi altri trofei, tra cui la Coppa Italia nel 1998 e nel 2000, la Supercoppa Italiana nel 1998 e nel 2000, e, a livello internazionale, la Supercoppa UEFA nel 1999.

Il trionfo in Supercoppa UEFA, ottenuto battendo il Manchester United, campione d’Europa in carica, fu una dimostrazione del livello raggiunto dalla Lazio sotto la guida di Eriksson.

L’esperienza da CT con l’Inghilterra

Nel 2001, Eriksson divenne il primo allenatore straniero della Nazionale Inglese, un incarico che sottolineò ulteriormente la sua statura internazionale. Sotto la sua guida, l’Inghilterra raggiunse i quarti di finale in tre tornei consecutivi: la Coppa del Mondo 2002, l’Europeo 2004 e la Coppa del Mondo 2006. Anche se non riuscì a portare a casa un trofeo importante con l’Inghilterra, Eriksson è ricordato per aver introdotto un approccio tattico più sofisticato alla squadra nazionale inglese.

Gli ultimi anni di carriera

Dopo l’esperienza con l’Inghilterra, Eriksson allenò diversi club e nazionali in tutto il mondo: dal Manchester City al Leicester City, passando per ‘periferie’ calcistiche come Shanghai SIPG, Shenzhen e le Nazionali di Messico, Costa D’Avorio e Filippine, paesi nei quali condivise il suo enorme sapere sportivo portando grande innovazione.

L’Eredità di Sven-Göran Eriksson

Sven-Göran Eriksson ha lasciato un’eredità duratura nel mondo del calcio. È stato un pioniere, uno dei primi allenatori a portare un approccio scientifico e analitico al gioco, combinato con una grande capacità di gestione umana. La sua influenza si è fatta sentire in tutti i club e le nazionali che ha allenato, lasciando un’impronta che sarà ricordata per molti anni a venire.

Oggi, mentre il mondo del calcio lo saluta per l’ultima volta, Sven-Göran Eriksson viene ricordato non solo per i suoi successi in campo, ma anche per il suo contributo al progresso del calcio come sport globale. La sua capacità di adattarsi a culture calcistiche diverse e di ottenere successo ovunque sia andato, lo consacra come uno dei più grandi allenatori della storia del calcio.

Eriksson: le ultime parole prima di morire

Al “The Telegraph”, qualche giorno fa, Eriksson aveva rilasciato le su ultime parole: “ho avuto una bella vita, sì. Penso che tutti noi abbiamo paura del giorno in cui moriremo. Ma la vita riguarda anche la morte. Spero che alla fine la gente dirà: “sì, era un brav’uomo”, ma non tutti lo diranno. Spero che mi ricorderete come un ragazzo positivo che cercava di fare tutto il possibile. Non dispiacetevi per me, sorridete. Grazie a tutti, allenatori, giocatori e pubblico, è stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura della vostra vita. E vivetela“.

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