Marco Fassone, ex dirigente di Juve, Napoli, Inter e Milan nel corso del panel tecnico del workshop strategico dedicato allo ‘Sport e l’Innovazione Made in Italy’ ha affrontato argomenti importanti legati al calcio italiano.
“Come sport professionistico abbiamo 2-3 punti che devono essere migliorati per rendere club italiani più appetibili all’estero. Il primo è che noi abbiamo meccanismi decisionali e di governance complicati e più lenti e laboriosi. La Lega calcio ad esempio è un organismo ingessato, che genera litigiosità e rende imbalsamata la situazione e le modifiche al progetto sportivo sono lentissime e gli anglosassoni e americani non stanno dietro alle nostre lungaggini.
La seconda miglioria che dobbiamo fare è riflettere sul fatto che in Italia il problema infrastrutture non si è risolto”, dichiara Fassone.
“A parte lo stadio della Juve fatto dalla famiglia Agnelli, le uniche altre due operazioni Udine e Bergamo, grazie alla famiglia Pozzo e alla famiglia Percassi, sono nate sulle radici degli stadi esistenti. Le società straniere di Roma, Firenze, Milano, Bologna hanno in mente progetti diversi, non partendo dal riammodernamento ma per farli come negli Stati Uniti e non ci riescono. Sono anni che se ne parla ma il nostro modello è costruito per sistemare gli stadi esistenti e non fare stadi nuovi. Anche il Napoli è oggi in difficoltà con lo stadio Maradona. Quindi governance e tempi decisionali e infrastrutture son meccanismi che devono essere ragionati nel breve per rendere i club italiani ancora più attraenti per il mercato internazionale”.