Il gip Domenico Santoro, figura di primo piano nell’inchiesta ultras che ha portato agli arresti dei principali esponenti delle curve di Inter e Milan, descrive San Siro come “territorio franco, fuori da ogni controllo di legalità” nel quale non avvenivano solo “reati da stadio“.
Si “puntava ad ogni attività economica” grazie a un “patto di non belligeranza” che, siglato per mettere un freno alle violenze degli anni 80, ha favorito gli interessi comuni delle due tifoserie. Un giro d’affari che, stando alle intercettazioni, si attesterebbe in “milioni di euro“. C’è di tutto: parcheggi, estorsioni da 4000 euro al mese, pressioni sul catering del Meazza, racket sui venditori ambulanti di panini fuori dallo stadio, birre scontate e rivendute. Il grosso passava dalla rivendita dei biglietti.
Secondo la Procura, l’Inter “alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni“.
Nella mattinata di oggi, secondo “La Gazzetta dello Sport”, davanti al gip Domenico Santoro, si presenterà il capo ultrà dell’Inter Andrea Beretta, già a San Vittore per l’omicidio di Antonio Bellocco. Poi toccherà agli altri indagati, che devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso (solo per la Curva dell’Inter), rissa, lesioni ed estorsioni.
Mirko Perlino, avvocato di Beretta, ripete che il capo della Nord “non aveva collegamenti con le famiglie calabresi, ma si interfacciava solo con Marco Ferdico“, altro leader della curva interista finito in carcere. Beretta, anticipa il suo legale, davanti al gip sosterrà che “quando la curva necessitava di più biglietti, come per la finale di Champions a Istanbul (il 10 giugno 2023, ndr), venivano chiesti senza minacce o pressioni“.
Le possibili convocazioni dal pm
Il grosso dell’inchiesta ruota proprio intorno alla questione biglietti. Per ottenerne di più, quindi per massimizzare i guadagni, i capi ultras erano arrivati anche a fare pressioni su Simone Inzaghi. Nelle telefonate si parla anche di Javier Zanetti, vicepresidente dell’Inter. I capi ultras parlano di contatti con Nicolò Barella e Hakan Calhanoglu.
Ferdico, al telefono con un altro interista, sosteneva che Zanetti, lo avesse informato che la polizia stava “monitorando la Nord“, dopo l’uccisione del capo storico Vittorio Boiocchi, a ottobre 2022. Zanetti e Inzaghi, che non risultano indagati, potrebbero essere chiamati a chiarire la questione biglietti e il loro eventuale coinvolgimento.
Convocazione possibile anche per Milan Skriniar (all’epoca dei fatti difensore dell’Inter) e Davide Calabria che avrebbero avuto incontri con i capi ultras indagati nell’inchiesta.
Cosa centra il rione Sanità di Napoli?
La questione relativa alla vendita dei biglietti non interessa solo Milano ma scende giù fino a Napoli. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, il capo ultras del Milan Lucci intratteneva rapporti con uno “dei capi ultras del rione Sanità di Napoli“, al quale avrebbe procurato “centinaia di biglietti” dei quarti di Champions destinati, “almeno in parte, ad esponenti dei clan della città“, scrivono i pm Storari e Ombra.