Un nuovo terremoto giudiziario scuote il mondo del calcio italiano. La Procura di Milano ha aperto un’indagine su 12 calciatori di Serie A, accusati di aver partecipato a scommesse su piattaforme illegali. Questo nuovo filone d’inchiesta nasce dalle rivelazioni emerse durante il caso che ha portato alle squalifiche di Nicolò Fagioli e Sandro Tonali.
A differenza del caso precedente, che riguardava scommesse su eventi sportivi, questa nuova indagine si concentra su un presunto giro di poker online. Secondo le carte dell’inchiesta, i giocatori avrebbero partecipato a tavoli di poker “privati”, accessibili solo tramite password, su siti web non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Fagioli e Tonali, sul piano penale, saranno considerati come comuni cittadini: la pena per le ipotesi di reato formulate sarebbe di 3 anni di reclusione e 500 euro di multa.
Per gli altri calciatori, le accuse si limitano all’aver preso parte a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in particolare a tavoli di poker “privati” a cui si poteva accedere soltanto con una password. Per questo reato la contravvenzione può essere sanata con una oblazione, ovvero pagando la metà dell’ammenda massima prevista, quindi 250 euro.
Più complesso invece il discorso nell’ambito sportivo: se dimostrato che i calciatori hanno giocato soltanto a poker e non hanno scommesso su eventi sportivi (in particolare su partite di calcio), il caso potrebbe risolversi senza alcun tipo di squalifica. Per questo la Procura della Figc sta passando al vaglio le carte dell’inchiesta per capire nel dettaglio l’attività dei calciatori su queste piattaforme illegali. Per quanto riguarda Tonali e Fagioli invece, a livello sportivo, incapperebbero in un ulteriore stop solo nel caso in cui emergessero nuovi reati rispetto a quelli per cui hanno già scontato la squalifica.