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L’Ascoli è la squadra principale di Ascoli Piceno. E’ considerato, per via del suo anno di nascita (il 1898), uno dei club calcistici più antichi d’Italia. I primi anni di esistenza, la società non partecipa ad alcun campionato, ma soltanto a delle amichevoli. E’ negli anni ’20 che i bianconeri iniziano a gettare le basi per partecipare al primo campionato. Nel ’26 viene inaugurato lo stadio comunale dei Giardini, un anno dopo l’esordio in Terza Divisione. Gli anni ’30 vedono la società alternarsi perlopiù tra Serie C e D, con una ripresa delle attività calcistiche nel secondo dopoguerra.
A metà degli anni ’50, il punto più basso della storia dell’Ascoli: retrocessione in Promozione regionale e gravi problemi finanziari. E’ qui che entra in gioco una delle prime figure importanti: Cino del Duca, a cui viene successivamente intitolato lo stadio insieme al fratello Lillo. E’ lui a gettare le basi per il periodo più importante della società, di cui Costantino Rozzi diviene presidente. Quest’ultimo, giovane figura emergente dell’economia locale, viene scelto tra una serie di imprenditori come numero uno della società per via della sua esuberanza e del suo entusiasmo. Ma Rozzi, che non aveva mai frequentato ambienti calcistici, aveva intenzioni diverse: rimanere in società di passaggio, soltanto sei mesi. Intenzioni che, a dir la verità, durano ben poco, perché il suo obiettivo cambia e in società ci rimane per tantissimo tempo, facendo la storia.
Nei primi anni ’70, con Carletto Mazzone in panchina, arriva infatti la prima promozione in Serie B e qualche anno dopo la prima in Serie A. L’Ascoli è la prima città delle Marche a raggiungere l’olimpo del calcio nazionale, e non è finita qui, il bello deve ancora venire. La capienza dello stadio viene ampliata, il primo anno è salvezza, poi la prima retrocessione a cui segue qualche anno dopo una nuova promozione. Eccoci agli anni ’80, definiti gli anni d’oro della storia dell’Ascoli, quelli in cui tocca il suo punto massimo. Nella stagione ’79-’80, il miglior piazzamento di sempre in Serie A, il quarto posto, con cui l’Ascoli sfiora la A. Gli anni successivi, l’alternanza tra ottimi piazzamenti, campionati di vertice e qualcuno più stentato e sofferente. Arrivano la vittoria nel trofeo di Capodanno e nella Coppa Mitropa. Gli anni ’90 sembrano continuare sulla stessa scia, ma la morte nel ’94 del presidente Rozzi fa scivolare l’Ascoli fino alla Serie C1.
Sono anni difficili anche dal punto di vista societario, ma il nuovo millennio è sinonimo di rilancio. Nel 2001 c’è il ritorno in Serie B e nel 2005 quello in massima serie, in cui tuttavia la società bianconera non riesce a ripetere i fasti degli anni ’80. Ci rimane infatti soltanto qualche anno, prima di una nuova alternanza tra B e C.
