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Il Cosenza è la principale squadra della città calabrese nonché tra le più importanti e longeve della regione. Fondata nel 1912, inizia l’attività agonistica nel 1914 ma è soltanto tredici anni dopo, nel 1927, che comincia a partecipare al campionato. I primi anni successivi alla fondazione, infatti, sono perlopiù le amichevoli a farla da padrone, oltre a qualche torneo regionale, sempre con formazioni limitrofe. Già tante, negli anni ’20, le sfide contro il Catanzaro, da sempre rivale numero uno. I colori sociali sono il rosso ed il blu mentre il simbolo storico è il lupo, presente anche nello stemma, molto frequente nelle montagne della Sila. Motivo per cui i cosentini vengono anche chiamati lupi o silani.
Torniamo al campo. Travagliati sono i primi anni di attività agonistica, con una terza serie mantenuta per circa 20 anni tra continui cambi di denominazione e proprietà, contrasti politici e primo conflitto mondiale, che interrompe il percorso del Cosenza che iniziava a farsi interessante. Nel ’45-’46, però, arriva la prima promozione in Serie B. Il primo anno, ecco la salvezza, il secondo nuovamente la retrocessione: Cosenza penalizzato, nonostante il decimo posto finale, per la nuova riforma della Serie B, che permetteva il mantenimento della categoria per sole prime sette squadre della graduatoria. Da qui, inizia un periodo complicato, alla continua ricerca del ritorno in cadetteria. I lupi sfiorano la promozione qualche stagione dopo perdendo la finale contro il Messina, ma per la riforma di terza serie retrocedono ancora, rischiando di entrare in un tunnel senza uscita. Cambi di proprietà la fanno da padrone in questo periodo, ma nel ’60-’61, ben quindici anni dopo l’ultima volta, il Cosenza torna in seconda serie. Anche questa volta, però, la gioia dura poco, appena qualche anno prima dell’ennesima retrocessione in Serie C. Si ripete un po’ lo stesso percorso precedente, con i lupi all’estenuante ricerca della cadetteria ma che finiscono per complicarsi la vita, e nel ’73-’74 arriva la prima retrocessione in Serie D della storia.
La nuova riforma questa volta premia il Cosenza, che si ritrova in Serie C2 prima di tornare in terza serie (nel frattempo C1), qualche anno dopo. Nell’87-’88, dopo un’attesa di 24 anni, la terza promozione in Serie B, cui segue un’importantissimo sesto posto nell’anno successivo. E’ il periodo più longevo dei lupi in questa categoria, interrotto soltanto dalla ‘toccata e fuga’ del ’97-’98. Nel 2003, però, una triste fine, con la scomparsa della società dopo 90 anni di storia. Si riparte dalla Serie D, ma son anni difficilissimi, tra ulteriori fallimenti e continue prove di ripartenza. Nel 2011, il Cosenza rivede la luce con l’arrivo in società di Eugenio Guarascio, che ‘regala’ ai silani la Serie C1 nel 2014 e la Serie B nel 2018.
Tra le figure e bandiere più importanti, quella di Gigi Marulla, storico capitano e primatista di presenze e reti della squadra (ben 330, con 91 gol, tra l’82 e l’85 e tra l’89 e il ’97). Scomparso prematuramente nel luglio del 2015, due mesi dopo è stato intitolato a lui lo stadio ‘San Vito’, teatro delle gare interne della squadra.
