Esultanza Dybala, il motivo della ‘maschera’: ecco perchè è chiamato la ‘Joya’ [FOTO]

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ESULTANZA DYBALA – Il campionato di Serie A sta regalando grandi emozioni, continua a confermarsi grande protagonista la Juventus, l’obiettivo è provare a vincere tutto. Nonostante un avvio di stagione non entusiasmante, l’attaccante Paulo Dybala sta diventando sempre più importante per il tecnico Massimiliano Allegri, l’allenatore bianconero sembra intenzionato a sfruttare tutto il potenziale offensivo per tentare anche l’assalto alla Champions League. La ‘Joya’ negli ultimi mesi ha visto diminuire e di molto il valore di mercato, il punto più alto dell’attaccante aveva portato ad una valutazione anche di 150 milioni di euro, adesso il valore sembra inferiore ai 100 milioni. Continua comunque il pressing dei top club europei, su tutti Real Madrid e Barcellona ma anche club di Premier potrebbero pensare a follie per assicurarsi le prestazione dell’attaccante bianconero. In attesa della ripresa del campionato il calciatore continua la preparazione per farsi trovare al meglio, la Juventus si aspetto molto da Dybala soprattutto in fase realizzativa, la ‘Joya’ spera di raggiungere la migliore condizione possibile per il mese di Marzo ed essere quindi determinante per la fase finale della stagione. Un problema per l’attaccante può essere la collocazione tattica, in un attacco a 3 Dybala è sicuramente penalizzato ma anche in un 4-3-1-2 alle spalle delle due punte, l’argentino invece può essere devastante vicino alla porta ed accanto ad un calciatore fisico.

Esultanza Dybala, la carriera dell’attaccante

Dybala Pogba
Fabio Ferrari/LaPresse

Cresciuto fin da bambino nell’Instituto, all’età di dieci anni ha sostenuto un provino con il Newell’s Old Boys, ma il padre ha preferito farlo restare all’Instituto vista la maggior vicinanza a casa. La stagione 2011-2012 disputata in Primera B Nacional è la prima da professionista, con un contratto da 900 euro all’anno, 4 000 pesos all’anno, ovvero il minimo sindacale. Realizza il primo gol il 20 agosto, in Aldosivi-Instituto (2-2): il suo è il gol del momentaneo pareggio per 1-1. Chiude la stagione regolare con 38 presenze e 17 gol, fra cui un’altra tripletta nel 4-1 esterno allo Desamparados. Con la squadra ha ottenuto quattro record: è stato il più giovane a segnare un gol battendo il record di Mario Kempes, è stato il primo a giocare 38 partite consecutive in un campionato professionistico del paese battendo nuovamente Kempes, è stato il primo a segnare due triplette in un campionato ed è andato in rete per sei partite consecutive di campionato (dalla 22ª alla 27ª giornata), superando il precedente primato di quattro partite di fila fatto registrare da vari giocatori.

Esultanza Dybala, l’esperienza al Palermo

LaPresse/Davide Anastasi

Il 28 aprile 2012 il presidente Maurizio Zamparini ha ufficiosamente annunciato l’acquisto del giocatore al Palermo per 12 milioni di euro, il 20 luglio 2012 passa ufficialmente al Palermo firmando un contratto quadriennale con il club siciliano da 500 000 euro a salire più premi in base agli obiettivi raggiunti, sceglie la maglia nº 9. Esordio con la maglia rosanero nella seconda giornata Lazio-Palermo (3-0), entrando in campo al 58º al posto di Fabrizio Miccoli. L’11 novembre, nella dodicesima giornata di campionato, realizza entrambi i gol (i primi in Serie A per lui) alla sua seconda partita da titolare, che permettono al Palermo di battere la Sampdoria. I rosanero concludono però la stagione con la retrocessione. Conclude la sua esperienza in rosanero, totalizzando 21 gol in 93 presenze.

Esultanza Dybala, il colpo della Juventus

Argentina Dybala
Fabio Ferrari/LaPresse

Nel giugno 2015 diventa un calciatore della Juventus, per la cifra di 32 milioni di euro più 8 milioni di possibili bonus, firmando un contratto quinquennale. Esordio l’8 agosto in Supercoppa italiana, segnando la seconda rete nel 2-0 con cui i bianconeri battono la Lazio, aggiudicandosi il suo primo titolo con il club torinese. Dopo un inizio di stagione difficile, in cui viene spesso poco impiegato, diviene ben presto titolare, fornendo ottime prestazioni e segnando diversi gol. Il 23 febbraio 2016, contro il Bayern Monaco, realizza il primo gol in Champions League, nel match valido per l’andata degli ottavi di finale (terminato 2-2). Al termine della stagione vince lo scudetto e la Coppa Italia in finale contro il Milan. La stagione successiva si conferma punto di forza ma salta diverse partite a causa di un infortunio. L’11 aprile segna la sua prima doppietta in Champions League contro il Barcellona nella vittoria casalinga per 3-0. Il 3 giugno a Cardiff gioca la sua prima finale di Champions League, che vede i bianconeri nuovamente sconfitti 1-4 dal Real Madrid. Cambia numero di maglia, passando dal 21 al 10. A fine stagione Dybala conquista il terzo double nazionale consecutivo risultando il miglior marcatore della stagione dei bianconeri con 22 marcature in Serie A, con la vittoria della Coppa Italia e dello scudetto, il settimo di fila per il club bianconero e il terzo per Dybala.

Esultanza Dybala, la Nazionale

Fabio Ferrari/LaPresse

Nel settembre del 2015 viene chiamato in Nazionale maggiore dell’Argentina. Le origini del giocatore, polacche e italiane, avrebbero permesso anche le chiamate dalla Polonia oppure dall’Italia, tuttavia, Dybala stesso, in seguito a un’attenta riflessione con i suoi amici e familiari, declinò tali possibilità. Esordisce il 13 ottobre dello stesso anno, nel pareggio 0-0 ottenuto contro il Paraguay, in una gara valida per le qualificazioni ai Mondiali 2018.

Esultanza Dybala, ecco perchè è chiamato la ‘La Joya’

In molti si saranno chiesti l’origine del soprannome di Dybala, che molto spesso durante le partite viene chiamato la ‘Joya’. Tutto è partito dall’Argentina, terra natale del giovane talento della Juventus. Un giornalista argentino, infatti, per le sue incredibili doti tecniche lo battezzò proprio la ‘Joya’ che significa ‘gioiello’. Dybala poi nel corso della sua carriera ha dimostrato e confermato di avere enormi qualità diventando un vero e proprio gioiello per la Juventus di Allegri.

Esultanza Dybala, la maschera

Il motivo dell’esultanza di Dybala è stato svelato direttamente dal diretto interessato. “Ciao gente! – aveva scritto sul suo profilo Facebook l’attaccante argentino -. Grazie per avermi inviato tutte quelle meravigliose foto in cui indossate la #Dybalamask! Sfortunatamente, nessuno ha indovinato, quindi ho intenzione di premiare i 5 che ci sono andati più vicino. La Dybalamask è molto semplice: è la maschera di un gladiatore! Quando lottiamo, a volte indossiamo una maschera da guerrieri per essere più forti, senza perdere il nostro sorriso e la gentilezza!”. In alto la fotogallery con l’esultanza di Dybala.

LaPresse/AFP

“In questo momento sono molto contento alla Juventus, voglio vincere tutto con questa maglia. Non mi interessa parlare del mercato o di un mio futuro al Manchester United – esordisce il talento argentino ai microfoni del “Daily Mirror”, che poi continua – Indossare la maglia numero 10 è un sogno per me. La società mi ha reso orgoglioso, so che è una grande responsabilità”. Il classe 1993 si sofferma poi sugli obiettivi stagionali. “Da fuori sembra che la Champions League per noi sia un’ossessione, ma in realtà non è così. Ovviamente vogliamo vincerla, ma puntiamo anche quest’anno al campionato. Sicuramente ora siamo ancora più forti e sappiamo di poter arrivare in fondo ovunque – spiega Dybala – Con l’arrivo di Cristiano Ronaldo siamo diventati ancora più forti. Lui ci offre grandi possibilità di vincere la Champions League. Lo conoscevamo già tutti, sapevamo della sua professionalità e del suo impegno nel lavoro. Penso che insieme stiamo facendo molto bene, abbiamo segnato anche gol importanti. Col tempo però miglioreremo ancora, sono davvero felice con lui“.

Paulo Dybala si è inoltre confessato a Vanity Fair sulla vita privata: “Dio ci dà un dono, ma poi quel dono va lavorato. Ne ho visti tanti di fenomeni nei settori giovanili. Ragazzi di cui dicevano: Se solo avesse avuto la testa, avrebbe potuto essere Maradona o Messi. Ecco, io ho lavorato soprattutto per evitare questo”. Ogni gol per papà Adolfo: “È morto per un tumore, quando avevo 15 anni. Fu un dolore fortissimo. Nei mesi precedenti non riusciva più a venirmi a trovare e il club mi fece andare a casa per un po’ di tempo. Sei mesi erano troppo pochi e mi venne la tentazione di mollare tutto.(…) Forse un giorno lo ritroverò o forse no, a papà però penso sempre e gli dedico tutti i miei gol. Quando abbiamo un pallone tra i piedi, noi calciatori siamo felicissimi. Quello che succede dietro, nel retropalco, spesso non è proprio bellissimo. Chi diventa un calciatore quando arriva al mio livello? Il più delle volte un uomo molto solo. Quando ci riunivamo intorno al fuoco, da bambini, d’estate con i miei amici, espressi il desiderio di vincere il Pallone d’Oro (…) Vincerlo sarebbe un messaggio importante per tanti bambini. Per tutti quelli che nati in un piccolo posto lontano dai grandi centri possono sperare di poter raccontare una storia simile alla mia”. Sulla Nazionale e la possibilità Italia: “Mi è stato chiesto di vestire l’azzurro e sono stato molto grato. Avevo 19 anni e rispondere “no, grazie” fu dura. Ma sono argentino e sarebbe stato un inganno”. 

LaPresse/Davide Anastasi

Poi i ricordi sull’esperienza al Palermo  in un’intervista a ‘La Repubblica’. “Mi sono accorto che ci sono ‘Italie’ diverse appena arrivato al Nord, alla Juve. A Palermo vivevo a Mondello, giravo in bici, andavo al mare, i vicini si prendevano cura di me, anche se avevo mia mamma Alicia. Qualsiasi cosa mi mancasse, loro c’erano. Torino e? elegante e discreta, ti lascia in pace, ma se ti serve lo zucchero, inutile suonare ai vicini, meglio puntare dritti al supermercato“, racconta il fenomeno argentino. “Noi argentini siamo affettuosi, abbiamo bisogno di famiglia, le radunate non ci spaventano. Per cui questa riservatezza un po’ mi pesa. Qui sul pullman verso lo stadio ognuno ha gli auricolari e sente le sue canzoni, io in Argentina ero abituato ad un apparecchio gigantesco che sparava musica a palla, tutti allo stesso ritmo, cafone magari, ma divertente – prosegue il classe ’93 -. Il benvenuto nella Juve me lo ha dato Buffon nello scorso campionato. Eravamo in difficolta?: quattro punti in 10 partite, ko con il Sassuolo, nostra quarta scofitta, Gigi parla di umilta?, di senso di responsabilita?, di vergogna per le brutte figure. Li? ho capito che alla Juve non s icercano scuse e che il codice per la vittoria non cambia mai. Fare autografi o foto non mi dispiace. La mia ragazza Antonella e? un po’ preoccupata, perche? quando va al bar li chiedono anche a lei. Certo, se penso a Totti a Roma, penso a un re prigioniero, che non si puo? muovere nella sua citta?”. Poi ancora sull’esultanza: “E? nata da un mio sbaglio, dal rigore fallito contro il Milan, nella finale della Supercoppa a Doha. Non e? stato un momento allegro, anzi ero deluso, da me soprattutto, faticavo a riprendermi, a guardare gli altri, mi sentivo colpevole. Cosi? ho postato la frase di Michael Jordan: ho fallito piu? e piu? volte nella mia vita, e per questo ho avuto successo. La maschera e? quella del Gladiatore, film che ho visto ormai trenta volte, nella vita bisogna rialzarsi e combattere. Ma anche capire che ci sono guerre inutili. Mi mettono contro Messi, nel gioco dei confronti, ma io non devo dribblarlo, lui ha gia? fatto, io sto facendo, io in nazionale voglio vincere con Messi, non al posto di Messi. Il gioco e? stare assieme, non perdere mai nessuno”. 

“Sono mancino, mi lavo anche i denti con la sinistra. Allora prendo una penna e ogni giorno provo a scrivere, ma con il piede destro, me la metto tra l’alluce e il dito. Mi esercito come un matto per avere piu? sensibilita? e capacita?. Non solo: alleno anche gli occhi, con degli esercizi. A vedere piu? in la?, in direzioni diverse, ad anticipare gli avversari, a intuire traiettorie. E inizio a fare molta palestra. In Italia ho imparato a difendere la palla e Gattuso, allora allenatore del Palermo, mi ha consigliato di non esagerare con i pesi, non serve che diventi Big Jim, basta che curi l’esplosivita? nella gambe. Pero? ci tengo: se Cristiano Ronaldo ha superato quota 360 gol e? perche? lui, destro, colpisce forte anche di sinistro. Con un piede solo sono piu? marcabile e piu? facile da leggere dagli avversari. In Italia i difensori non scherzano, e? una buona scuola”.

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