La Reggina, che ieri ha battuto a fatica l’Albinoleffe ultimo in classifica grazie a un gol di Ceravolo su rigore (dopo che Belardi aveva blindato la porta parando un altro calcio di rigore ai lombardi), nei prossimi 7 giorni sarà chiamata a due impegni prestigiosi e impegnativi che si riveleranno decisivi per il destino di questo campionato: martedì sera al Granillo arriverà l’Hellas Verona, che sta lottando per la promozione diretta in serie A, e poi domenica alle 12:30 gli amaranto affronteranno l’insidiosa trasferta di Marassi contro la Sampdoria in uno scontro diretto in cui ci si potrebbe giocare tutto per l’accesso ai playoff, Padova e Varese permettendo.
Reggina-Hellas Verona e Sampdoria-Reggina, quindi, nel programma degli amaranto in questo rush finale del campionato. Due partite importanti al punto da meritarsi i riflettori serali del 1° maggio e una vetrina da serie A domenica alle 12:30.
Queste due partite, però, per la Reggina e per i suoi tifosi valgono molto di più. Molto più dei palcoscenici televisivi, molto più della rincorsa playoff.
Sono due appuntamenti con la storia attesi dal pubblico degli sportivi di Reggio Calabria rispettivamente da 11 e 3 anni, infatti l’ultimo Reggina-Hellas Verona fu quello del 24 giugno 2001 e l’ultimo Sampdoria-Reggina fu quello del 9 maggio 2009. Due partite drammatiche, che in entrambi i casi decretarono due retrocessioni dalla serie A alla B per gli amaranto.
Nel 2001 la Reggina di Colomba arrivò allo spareggio proprio contro gli scaligeri dopo una stagione a tinte alterne e a tratti entusiasmante, ma macchiata da decine di clamorose “sviste” arbitrali che risucchiarono la squadra immeritatamente negli ultimi posti della graduatoria.
Dopo l’1-0 per i veneti al Bentegodi nella gara d’andata dello spareggio, al ritorno in un Granillo gremito da oltre 30.000 spettatori pronti a festeggiare la seconda salvezza consecutiva in quegli anni quando la serie A per Reggio era ancora una giovane fiaba, un gol di Cossato a 9 minuti dalla fine beffò Taibi & company fissando il risultato finale sul 2-1 e decretando quindi la retrocessione della squadra dello Stretto. Era il Verona di Gilardino e Camoranesi, che poi sarebbero diventati campioni del mondo ma che avrebbero subito cambiato squadra. Infatti dopo quel trionfo, per l’Hellas iniziò un periodo durissimo fatto di retrocessioni e incubi societari. Nella stagione successiva, infatti, il Verona retrocedette subito in B dove disputò 4 tornei anonimi prima di retrocedere in serie C1 dopo aver perso lo spareggio playout contro lo Spezia nella quinta stagione di cadetterina. Nel primo anno di serie C, l’Hellas continua ad arrancare e finisce a giocarsi i playout contro la Pro Patria, che riesce a battere mantenendosi così in C1, che intanto diventa Prima Divisione di Lega Pro. L’anno successivo si posiziona a metà classifica, nel 2010 arriva in finale playoff ma perde contro il Pescara mentre l’anno scorso, sempre dalla porta dei playoff, supera prima Sorrento e poi Salernitana e torna in serie B dopo 4 stagioni tormentate. Insomma, per gli scaligeri quel 2-1 alla Reggina sembra esser stato proprio una maledizione.
In quel Reggina-Hellas Verona di 11 anni fa c’era anche Emanuele Belardi: era il portiere di riserva della Reggina e, in panchina, era pronto a sostituire Massimo Taibi per ogni evenienza. Dopo quella sconfitta la Reggina si rialzò subito, vinse il successivo campionato di serie B proprio con Belardi titolare e già allora super sui rigori avversari.
I tifosi amaranto aspettano da 11 anni un momento simile, un confronto diretto con l’Hellas Verona, e chiedono ai giocatori di essere “11 leoni” al grido della “vendetta“. Una vendetta che anche mister Breda, battuto l’anno scorso quando allenava la Salernitana nella finale playoff della Lega Pro, vorrebbe realizzare adesso che una vittoria in campionato potrebbe determinare poi un nuovo incontro tra le due squadre nei playoff di fine stagione, ben più importanti perchè in ballo c’è la serie A, un pò come accaduto lo scorso anno per Reggina-Novara.
Domenica, poi, ci sarà Sampdoria-Reggina. Qui la storia è più recente. Sono passati appena 3 anni e a Reggio nessuno ha dimenticato l’ultima sfida di Marassi contro i blucerchiati. Era il 9 maggio 2009 e la Reggina di Nevio Orlandi era ormai lanciatissima, dopo una serie di inattesi risultati positivi, verso una quasi certa salvezza che avrebbe consentito lo svolgimento della 10^ stagione nella massima serie. La Sampdoria, guidata dall’ex Mazzarri, non aveva più nulla da chiedere al campionato mentre la Reggina avrebbe dovuto vincere per salvarsi e, per giunta, i doriani dopo 3 giorni avrebbero disputato a Roma una storica finale di Coppa Italia contro la Lazio su cui puntavano tutto e per la quale avrebbero dato davvero il massimo. Era la Sampdoria di Pazzini e Cassano, mentre in quella Reggina giocavano (anche in quella partita!) ben 4 elementi attualmente presenti nella rosa a disposizione di Breda: Adejo, Barillà, Ceravolo e Alessio Viola. La partita finì in modo clamoroso, spiazzando ogni pronostico: la Samp vinse 5-0 e condannò gli amaranto a una retrocessione da cui ancora non ci si è rialzati.
Ma alla Sampdoria è andata peggio: tre giorni dopo perse la finale di Coppa Italia contro la Lazio, nella stagione successiva riuscì a conquistare i preliminari di Champions League con Del Neri in panchina ma all’inizio della scorsa stagione venne clamorosamente beffata dal Werder Brema che nei minuti di recuperò conquistò il 3-2 a Marassi ricevendo il “pass” per i gironi della Champions, la più prestigiosa vetrina calcistica mondiale, vanificando così tutti gli sforzi della stagione precedente. Quella Sampdoria crollò, a gennaio perse Pazzini (all’Inter) e Cassano (al Milan) e con un finale di campionato davvero tragico, è retrocessa in serie B dopo 8 stagioni nella massima serie. E che dire di quest’anno? La Samp di Atzori, ex amaranto, avrebbe dovuto “ammazzare” il campionato ma adesso è lì che prova disperatamente a conquistare l’ultimo posto per i playoff, proprio come la Reggina che però era partita con meno ambizioni. Insomma, anche sulla Sampdoria s’è abbattuta la “maledizione della Fata Morgana“, quell’effetto magico e fiabesco che, dallo Stretto, tende a punire irrimediabilmente chi compie qualche “dispetto” calcistico alla Reggina.
Lo stesso Novara, che l’anno scorso ha superato la Reggina in extremis nei playoff della serie B, conquistando la serie A, quest’anno sta facendo nella massima serie solo la figura di “comparsa” per mestamente tornare in cadetteria.
Ed è proprio l’effetto “Fata Morgana” che adesso deve tornare protagonista e aiutare i ragazzi di Breda a vincere queste due partite storiche. Queste due partite che valgono la chiusura di un cerchio, che valgono una vendetta calcistica attesa da molto tempo.
Che valgono, senza ombra di dubbio, molto più dei playoff.
Oddio, se poi vogliamo anche unire l’utile al dilettevole … non farà certo schifo a nessuno!