Sta facendo discutere parecchio la classifica stilata dal ‘Telegraph’ sui dieci calciatori più sopravvalutati della storia. Una classifica che, per tenerci buoni, definiamo stravagante. A leggere alcuni nomi si pensa di essere su ‘Scherzi a parte’, ma così non è. Evidentemente chi ha buttato giù questa graduatoria ha visto le partite di calcio, come minimo, con gli occhi chiusi. E dire che si era partiti molto bene, con il decimo posto di Nicholas Anelka, lui sì attaccante sopravvalutato rispetto alle sue effettive qualità. Che qualcosa non andasse lo si è capito leggendo al nono posto il nome di Wayne Rooney: l’inglese è stato per anni mezzo gradino sotto i vari Messi e Cristiano Ronaldo e ad oggi rimane comunque uno dei calciatori più forti d’Europa. Anche l’ottavo posto di Adriano lascia perplessi: finché si è messo in testa di fare il giocatore, è stato qualcosa di disumano, un concentrato di potenza e classe allo stato puro. Poi hanno prevalso le sue debolezze, al punto che parliamo ormai di ex giocatore: il concetto di sopravvalutato, però, è davvero fuori luogo. Ma è al settimo posto che troviamo una bestemmia sotto forma di concetto: Roberto Baggio, secondo gli esperti del caso, sarebbe un calciatore sopravvalutato. Serve replicare a ciò? Serve ricordare di cosa è stato capace in carriera il ‘divin codino’? Serve buttare giù i numeri che ne hanno segnato la storia? Sarebbe come mettere in discussione Magic Johnson, per tirare in ballo il basket. Lasciamo perdere. Ma non finiscono qui le perplessità suscitate: al sesto posto ci finisce Ezequiel Lavezzi. Sopravvalutato da chi? Non crediamo che l’argentino sia mai stato considerato un fenomeno, diversamente non sarebbe a giocare in Cina: un buon attaccante capace di alcuni picchi notevoli. Discorso simile per Tino Asprilla, inserito al quinto posto: è uno dei calciatori più forti della storia della Colombia, genio e sregolatezza che fece innamorare Parma. Ma non ci pare che qualcuno abbia mai pensato di assegnargli il Pallone d’Oro. Lo sconcerto emerge però prepotentemente nel vedere inserito in lista, al quarto posto, il nome di Zlatan Ibrahimovic: anche qui siamo nella fantascienza, nel favolistico, nell’inenarrabile? Ancora con la storia che Ibra non è decisivo in Champions League? Dobbiamo, per l’ennesima volta, metterci a confronto con questa inconsistente teoria e farla a pezzi? No, non ne vale la pena. Andiamo al podio, il cui gradino più basso è occupato da Radamel Falcao: anche qui il termine sopravvalutato non è pertinente. Per un paio di anni il colombiano è stato il centravanti più forte del globo terracqueo o, comunque, uno dei migliori. Poi i problemi fisici, scelte professionali sbagliate, un carattere probabilmente poco forte, lo hanno relegato ad attaccante qualunque. Non problema di errata valutazione, dunque. Con il secondo posto torniamo su livelli accettabili: effettivamente, Robinho è sempre stato considerato un talento eccezionale ma, in carriera, lo ha fatto vedere solo sporadicamente. Ne sanno qualcosa i tifosi di Real Madrid, Manchester City e Milan. Anche sul primo posto per ora si può essere d’accordo: Mario Balotelli, ad oggi, ha dato dimostrazione di non essere in grado di mantenere le promesse calcistiche risalenti a tenera età. Ma siamo di fronte ad un ragazzo pieno di talento che ha tutte le carte in regola per far ricredere chiunque. Questione di motivazione, di crescita mentale, di applicazione feroce alla professione di calciatore: speriamo smentisca tutti. Se vorrà, potrà.
Dall’Inghilterra la classifica dei dieci calciatori più sopravvalutati: da Baggio ad Ibra, la fiera dell’incredibile
