Torna la nostra rubrica ‘Un bidone è per sempre’, il ‘protagonista di oggi è Mario Jardel. Dopo aver cominciato la sua carriera in Brasile, il suo paese di nascita, giocando e vincendo titoli importanti con club come Vasco da Gama e Gremio, arriva in Europa a 23 anni: a comprarlo è il Porto, del quale Jardel diventa presto un terminale implacabile. Il brasiliano viene eletto idolo delle folle, è bomber doc, di quelli che non lasciano scampo alle difese avversarie. Non solo nella non eccelsa Liga portoghese, ma anche in Europa: il nome di Jardel, nei tabellini delle partite di Champions League, lo si legge spesso e volentieri. Ad ogni inizio stagione Jardel rimane sempre al Porto: così va fino all’estate del 2000, quanto Jardel, dopo aver segnato 130 goal in 125 partite segnate ed aver vinto tre campionati portoghesi, tre Supercoppe e due Coppe di Portogallo, oltre che una Scarpa d’Oro, si trasferisce in Turchia, al Galatasaray. L’avventura sul Bosforo di Jardel conferma quanto implacabile sia il centravanti: in una stagione, peraltro non giocata interamente a causa di un infortunio, Supermario segna 34 goal in 24 partite, vincendo la Supercoppa Europea (per lui una doppietta, decisiva, rifilata al Real Madrid) e la Coppa di Turchia.
La sua annata d’oro è la 2001/2002, quando in campionato segna 42 goal in 30 partite, numeri che gli valgono la seconda Scarpa d’Oro della carriera. Nel gennaio del 2004, viene spedito in prestito all’Ancona. Nel giorno della sua presentazione, Jardel si presenta in uno stato di forma pietoso: è grasso, a dir poco, e l’impressione è che dovrà impegnarsi moltissimo per tornare ad una condizione degna. Il suo esordio avviene quando l’Ancona, giocando contro il Milan, ne prende 5 senza segnarne neppure 1: Jardel gioca in maniera imbarazzante, come sempre farà nelle uniche altre due occasioni in cui verrà mandato in campo.