La Serie A dei “vecchietti”, da Pandev a Quagliarella, passando per Palacio. Ecco chi dice: pensione? No, grazie

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L’ultimo turno di serie A è stata caratterizzato dalle ottime prestazioni di calciatori oramai in età avanzata, i cosiddetti “vecchietti”, coloro che non vogliono appendere le scarpette al chiodo e visti i risultati ne hanno tutte le ragioni. Nella 28^ giornata è tornato in auge Goran Pandev, con il gol del 2-0 alla Juventus. Il macedone, spesso etichettato come “giocatore finito”, a 35 anni ha realizzato il suo 84esimo gol in Serie A, l’ottavo contro la Vecchia Signora, che evidentemente gli porta bene. Nel Chievo ottima la prestazione di Sorrentino a Bergamo contro l’Atalanta. Il portiere, che compirà 40 anni il 28 marzo, ci ha abituati a grandi parate nelle ultime stagioni, tra cui un rigore parato a Ronaldo in questa stagione, anche se probabilmente non basteranno ad evitare la retrocessione. Insieme all’estremo difensore, tra i clivensi c’è anche l’eterno capitano gialloblù Sergio Pellisssier, anche per lui sono quasi 40 primavere. Reduce da un infortunio che lo ha costretto a saltare diverse partite decisive per il destino della squadra veronese, il valdostano ha realizzato 4 reti quest’anno, portando così a 134 i suoi gol in Serie A. Pensare che il 20 maggio, queste due bandiere potrebbero giocare la loro ultima partita fa già venire i brividi ai tifosi del Chievo e a chi ama questo sport. Nel Cagliari troviamo un nuovo acquisti come Srna tra i più anziani. Dal terzino ucraino, ex Shakhtar Donetsk, ci si aspettava di più, guardando i suoi numeri e la sua classe. Bruno Alves del Parma continua, nonostante alti e bassi ad essere un difensore affidabile a 37 anni suonati. Il portoghese, tornato in Italia dopo l’esperienza al Parma, è sicuramente tra i protagonisti dell’ottima stagione dei ducali. C’è poi chi gioca meno, ma quando viene chiamato in causa fa sempre bene come i vari Moretti, Pasqual, Barzagli e Floccari. E poi c’è chi viene paragonato a Maradona dall’allenatore avversario e migliora con gli anni. Stiamo parlando di Rodrigo Palacio. “El Trenza” è uno dei punti cardine della squadra di Sinisa Mihajlovic. Autore di una prestazione straordinaria per corsa, sacrificio e qualità contro il Torino, è stato elogiato da Walter Mazzarri a fine partita e paragonato addirittura al “Pibe de oro”. Nonostante abbia segnato solo 3 gol in stagione, la sua intelligenza lo fa essere imprescindibile nello scacchiere felsineo e uno dei giocatori più amati dai tifosi della Serie A. Dulcis in fundo. Ultimo della nostra lista ma primo nella classifica marcatori è Fabio Quagliarella. L’attaccante della Sampdoria sta vivendo la sua miglior stagione in termini realizzativi. Di lui sono memorabili le “non esultanze”, visto che praticamente segna sempre alle squadre in cui ha giocato. Dopo essersi liberato di una vicenda personale che lo ha molto condizionato, ha fatto pace con i tifosi del Napoli e sembra aver trovato una seconda vita. A 36 anni, ha infatti stabilito il record di andare a segno per dieci partite consecutive, eguagliando Gabriel Omar Batistuta, ed è stato convocato da Roberto Mancini in Nazionale per gli impegni di qualificazione all’Europeo contro Finlandia e Liechtenstein. Sono 21 i gol in campionato per il bomber di Castellammare di Stabia, che non ha intenzione di fermarsi ma vuole continuare a stupire, anche in chiave azzurra. Si dice sempre che nel calcio italiano ci sono troppi “vecchi”. Forse è vero che serve un ricambio generazionale ma è anche vero che quel che c’è di buono bisogna tenerlo. E se questi calciatori sono come il buon vino, più invecchiano e più migliorano, perché farli andare in pensione?

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