Il presidente del Carpi, Stefano Bonacini, annuncia l’addio: “Dopo 11 anni il nostro percorso di esaurisce qui, dopo una retrocessione amarissima. Abbiamo iniziato tra amici, abbiamo fatto un percorso straordinario, una favola che resterà sempre nei nostri cuori. Ma è venuto il momento di passare la mano”. “Lasciamo una Società sana, ma purtroppo la città non ha assecondato e condiviso il nostro progetto. La città ha perso una grandissima occasione con la Serie A e la Serie B. Negli ultimi tempi ne ho sentite troppe. Accetto le critiche su centravanti, portieri o altre scelte tecniche sbagliate. Ma quando sento dire che noi soci abbiamo usufruito di risorse del Carpi non lo accetto“. “A chi dice che senza Giuntoli non abbiamo fatto nulla – prosegue Bonacini – ricordo che abbiamo fatto 38 punti in Serie A e raggiunto una finale play-off di B. Abbiamo lasciato nelle casse del Carpi tutti i ricavi, dal paracadute alla famigerata cessione di Lasagna. Mi auguro che il Carpi trovi una proprietà nuova che investa in stadio, centri sportivi, che faccia risultati. A questa Società ho voluto bene e dispiace lasciare il campo davanti a certe infamate”. Bonacini fa un bilancio: “Quest’anno purtroppo è andata male, ma non possiamo farci sentir dare dei delinquenti dopo 11 anni così. Evidentemente non si è mai costruito un rapporto, io non voglio tappeti rossi ma non di essere additato come una persona che lucra alle spalle del Carpi. E’ giunto il momento che altri imprenditori della città si prendano questa eredità. Auguro a chi verrà di fare quello che abbiamo fatto noi. Noi abbiamo preso il Carpi in D e lo lasciamo in C, per cui il bilancio è positivo.
Sul futuro, Bonacini aggiunge: “Trattative per la cessione? Non ho parlato con nessuno perché ho deciso di mollare pochissimo tempo fa. Marchi? Un imprenditore come lui penso sarebbe la persona giusta per prendere il nostro posto visto che si è anche avvicinato al calcio col Bologna. Il Carpi è in vendita, la squadra verrà iscritta indipendentemente dai tempi della cessione. C’è anche un Amministrazione Comunale che si adopererà per trovare un acquirente. Se non si trova un acquirente c’è l’azionariato popolare, che in Italia è di difficile attuazione ma in Spagna funziona benissimo. Mi sono informato e se i tremila firmatari per il Carpi a Carpi mettono 300 euro a testa di media siamo a un milione”. “Possibilità di ripensamento? Nessuno, il rapporto si è rotto e non c’è margine per ricucire”, conclude Bonacini.