Se i soldi contano nel calcio, la classifica del campo dovrebbe essere coerente con il monte ingaggi delle squadre. Attenzione però a due variabili particolarmente importanti: la bravura degli allenatori e l’oculatezza delle società. Infatti un allenatore bravo riesce a ottenere risultati migliori da calciatori meno affermati, e quindi meno pagati, migliorando le loro performance con il lavoro tecnico e tattico. Un dirigente oculato, esperto e competente, inoltre, riesce a muoversi sul mercato assicurandosi non solo i calciatori migliori, ma quelli con il miglior rapporto qualità-prezzo. Le “occasioni” dettate dalle varie situazioni di mercato, appunto.
E la classifica del monte ingaggi della Serie A 2018/2019, che pubblichiamo in milioni di euro, evidenzia qualche indicazione molto utile (tra parentesi c’è la posizione ottenuta dalle squadre sul campo). Soltanto 4 squadre (Juventus, Torino, Sampdoria, Bologna e Sassuolo) hanno ottenuto sul campo la stessa posizione del loro monte ingaggi. Sono andate molto male, invece, Fiorentina e Genoa, ma anche il Milan che ha il secondo monte ingaggi più costoso della serie A ed è arrivato quinto. Si sono migliorate moltissimo, invece, l’Atalanta che è arrivata terza con il quattordicesimo monte ingaggi, e il Napoli che è arrivato secondo con il quinto monte ingaggi, ma anche la Spal che s’è posizionata tredicesima con il diciottesimo monte ingaggi.
- Juventus 219 milioni (1ª) =
- Milan 140 milioni (5°) -3
- Inter 116 milioni (4°) -1
- Roma 100 milioni (6ª) -2
- Napoli 94 milioni (2°) +3
- Lazio 66 milioni (8ª) -2
- Torino 43 milioni (7°) =
- Fiorentina 37 milioni (16ª) -8
- Sampdoria 36 milioni (9ª) =
- Bologna 34 milioni (10°) =
- Sassuolo 30 milioni (11°) =
- Genoa 29 milioni (17°) -5
- Cagliari 29 milioni (15°) -2
- Atalanta 27 milioni (3ª) +11
- Udinese 26 milioni (12ª) +3
- Parma 23 milioni (14°) +2
- Frosinone 22 milioni (19°) -2
- Spal 21 milioni (13ª) +5
- Chievo Verona 21 milioni (20°) -1
- Empoli 16 milioni (18°) +2
Dai dati emerge come tra la Fiorentina (ottava per monte ingaggi) e il Chievo Verona (diciannovesimo) non ci siano grandi differenze economiche: poco più di dieci milioni di euro tra undici club. Quindi le piccole differenze in classifica tra queste squadre si possono considerare più o meno una conferma in linea con l’ingaggio. Le grandi differenze le hanno fatte in positivo l’Atalanta e il Napoli, e in negativo il Milan.
Dove finiscono i meriti o demeriti degli allenatori e iniziano quelli delle società? Nel caso del Milan, non riteniamo che il problema sia stato tanto Gattuso (che comunque non ha mai dato un’idea di calcio alla squadra, pur trasmettendole una grande grinta e tanto cuore). Più probabilmente ci sono troppi calciatori pagati in modo esagerato e sovrastimati rispetto al loro reale valore. Anche nel caso di Napoli e Atalanta ci sono degli evidenti meriti delle società che evidentemente mantengono ottimi calciatori con un ingaggio particolarmente oculato (e nella classifica del Napoli sono compresi i 3,5 milioni di Hamsik, ceduto a Gennaio), ma anche la bravura di Ancelotti e Gasperini che riescono a ottenere sul campo dei risultati importanti con calciatori meno quotati. Performance che sono confermate da anni, nel caso dell’Atalanta dallo stesso Gasperini e nel caso del Napoli da Sarri, grazie proprio alla bravura degli allenatori.