Accadde oggi, 12 giugno 1929 nasce Anna Frank: per non dimenticare gli orrori della guerra

Torna il nostro classico appuntamento con la rubrica "Accadde oggi". Variazione sul tema vista l'importanza della giornata: nasceva, infatti, il 12 giugno di 90 anni fa Anna Frank
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Torna il nostro classico appuntamento con la rubrica “Accadde oggi“. Variazione sul tema vista l’importanza della giornata: nasceva, infatti, il 12 giugno di 90 anni fa Anna Frank, testimone diretta del più grande massacro che l’umanità abbia mai conosciuto. Per quei pochi che non lo sapessero, andiamo a vedere chi era Anna Frank.

Nata a Francoforte sul Meno il 12 giugno del 1929, Annelies Marie Frank, detta Anne è stata una scrittrice ebrea che ha fatto una fine tragica. Figlia di Otto Frank e Edith Hollander, Anna aveva una sorella maggiore Margot che farà la sua stessa fine. I genitori di Anna, a causa della crisi della Germania e dell’odio nei confronti degli ebrei insito nella persona di Adolf Hitler, decidono di trasferirsi ad Amsterdam. Otto Frank cerca di mantenere la famiglia come meglio può: è un modesto commerciante di pectina, addensante per le marmellate, ma riesce a tirare avanti. La famiglia si ambienta subito in Olanda e Anna fa amicizia e frequenta la scuola, dove impara la lingua. La tranquillità della famiglia Frank e di tutto il mondo viene scossa il 1° settembre del 1939: la Germania invade la Polonia dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale. Otto mesi dopo i tedeschi invadono i Paesi Bassi e impongono le loro leggi razziali, che saranno fatali soprattutto agli ebrei. La vita dei Frank e di milioni di persone inizia ad essere limitata: non possono frequentare parchi, negozi e scuole ma devono avere istituti “loro”, per ebrei.

Il 12 giugno del 1942, in occasione del suo tredicesimo compleanno, Anna riceve un diario, che segnerà tristemente la storia della letteratura, suo malgrado. Il 6 luglio 1942 la famiglia Frank si nasconde nel retro dell’edificio che ospita l’impresa del padre, che nel frattempo l’aveva persa perché ebreo. Dopo qualche tempo arriveranno altri 4 clandestini a rifugiarsi lì, aiutati dai Frank. Anna inizia a scrivere nel suo diario tutto quello che le succede, quello che la circonda, i suoi pensieri, i suoi sentimenti. Il 4 agosto del 1944, gli agenti della Polizia scoprono il rifugio e catturano tutti i clandestini, tra cui Anna. Si dice che a far saltare la copertura dei Frank fu qualcuno molto vicino a loro.

Tutti i prigionieri vengono catturati e portati a Auschwitz-Birkenau, viaggiando su un treno per 3 giorni, in condizioni disumane per usare un eufemismo, con trattamenti riservati nemmeno alle bestie. Ad Auschwitz, i medici nazisti selezionano chi è adatto a lavorare e lo portano nei campi (tra loro tutta la famiglia Frank) mentre chi non viene “reclutato” finisce lì il suo viaggio. All’inizio del novembre 1944 Anna e la sorella vengono trasferite nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove moriranno nel giro di pochi mesi a causa del tifo contratto.

L’unico a sopravvivere sarà Otto, che farà ritorno ad Amsterdam dove apprenderà della tragica morte dei suoi familiari. A salvarsi sono però anche le pagine del diario scritte da Anna, che verranno pubblicate dal padre nel 1947. Il libro verrà tradotto in 70 lingue e diverrà famoso in tutto il mondo. La casa sul retro diventerà un Museo tutt’oggi visitabile. La storia raccontata nel libro è quella della stessa Anna, che cresce insieme agli eventi, la storia di un’adolescente alle prese con i problemi dell’età e con problemi più grandi di lei. Uno sterminio agghiacciante, un massacro di oltre 6 milioni di persone, il tutto per la follia di un uomo. Persone trattate come appestati, discriminati, emarginati.

Problemi non ancora superati nel mondo di oggi. Cosa c’è di diverso tra gli ebrei e i migranti che arrivano a centinaia praticamente ogni giorno sulle nostre coste? Cosa c’è di diverso tra quegli ebrei e i rom di oggi? L’indifferenza, purtroppo, la fa da padrona. Oggi come ieri. E non solo. C’è chi si permette persino di ironizzare. Come i tifosi della Lazio che hanno attaccato adesivi di Anna Frank con la maglietta della Roma in curva nel 2017. La Federcalcio ha disposto che prima delle partite venisse letta una pagina del diario. Ma non basta.

La memoria degli orrori di milioni di ebrei deportati e massacrati va onorata e questi gesti evidenziano che la stupidità umana non ha limiti. Le storie di oggi come quelle di ieri dimostrano che nulla è cambiato. Finché non succede a noi, va tutto bene. E’ importante che si ricordi, che i giovani sappiano. Per non ripetere quei madornali errori. “Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto – scriveva Anna Frank circa 75 anni or sono – odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà anche noi, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità”. Una bella speranza Anna, che purtroppo per ora sembra destinata a rimanere tale.