Appropriazione indebita, autoriciclaggio, utilizzo di fatture false. Queste le principali accuse per cui la Procura la Roma ha chiesto il processo del presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero. Insieme con il manager rischiano il rinvio a giudizio anche la figlia Vanessa ed il nipote Giorgio; oltre a due professionisti, Marco Valerio Guercini e Andrea Diamanti. L’udienza preliminare è stata fissata per il 20 settembre prossimo, davanti al giudice della X sezione. Secondo le prime ricostruzioni, il pm Maria Sabina Calabretta e il procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli, ipotizzano che “in concorso tra loro e con più atti esecutivi, del medesimo disegno criminoso, per procurare alla Vici srl, un ingiusto profitto si appropriavano indebitamente di parte delle somme accreditate con bonifico estero” per la vendita il 17 giugno 2015 del calciatore Pedro Obiang, per un totale di 1.159.000. Gli inquirenti, sulla base di una serie di movimenti bancari, contestano anche “le aggravanti di aver cagionato alla Uc Sampdoria Spa un danno patrimoniale di rilevante entità e di aver commesso il fatto abusando di relazioni d’ufficio”.
Gli investigatori della Guardia di finanza – Nucleo di polizia valutaria, nel novembre dello scorso anno, avevano eseguito una serie di sequestri. In seguito, il tribunale del riesame, aveva in parte annullato quel provvedimento ritenendo non sussistente una specifica fattispecie. In base alle accuse dei pubblici ministeri parte dei soldi incassati sarebbero stati assorti attraverso l’utilizzo di fatture false emesse da una società riconducibile a Ferrero e riutilizzati sia per sanare situazioni debitorie di altre società del gruppo Ferrero sia per finanziare l’attività di un film (Le Frise) prodotto da altre due società. I magistrati ritengono poi che Massimo e Vanessa Ferrero, insieme con Andrea Diamanti, “con artifizi e raggiri“ sia stato simulato un rapporto di lavoro subordinato tra il presidente della Sampdoria e la Vici srl e con CGCS srl. Per il pm Calabretta sarebbero state “strumentalmente” prospettate “rivendicazioni del tutto infondate legate alla natura del rapporto tra Massimo Ferrero e le predette società”.