Serie A, l’indagine del Cies: secondi solo a Cipro per numero di stranieri ma gli italiani sono poco richiesti [DETTAGLI]

Uno studio del Cies, ripreso dal Corriere dello sport, rivela un aspetto poco gratificante del calcio italiano: la Serie A esporta pochi calciatori italiani mentre il nostro campionato è pieno di stranieri
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Uno studio del Cies, ripreso dal Corriere dello Sport, rivela un aspetto poco gratificante del calcio italiano: la Serie A esporta pochi calciatori italiani mentre il nostro campionato è pieno di stranieri. L’Italia è 26^ per numero di giocatori espatriati (144) ed è la Nazione con la media stranieri per club più alta (16,1%) dopo Cipro (17,3%). Si parla da sempre del problema della nostra Nazionale. Questo studio non fa che confermare questo aspetto. Pochi italiani in Serie A, pochi giovani dei vivai lanciati in prima squadra. I principali esportatori di talenti sono in Sudamerica, terra dalla quale anche noi italiani siamo sempre stati attratti in materia calcistica: Brasile e Argentina in primis. Anche la Francia si conferma un Paese da cui attingere.

L’Italia invece resta un Paese che attrae gli stranieri più che allontanare gli italiani. E’ tanta la nostalgia dei pochi calciatori all’estero che rientrano nel nostro campionato, sterminati gli esempi: da Toni a Immobile fino a Balotelli. I nostri italiani più amati all’estero sono Verratti e Zola. La Serie A annovera il 54% di giocatori stranieri. Le ragioni sono presto dette: non c’è più la voglia di costruire un club partendo dal basso, puntando sui vivai, ma si preferisce piuttosto andare alla ricerca del fenomeno di turno pescato all’estero, tendenza che sta diventando sempre più di moda anche tra le medio-piccole, che un tempo investivano sui prodotti locali. Gli esempi positivi non mancano come l’Atalanta e il suo settore giovanile con tanti italiani. Andare all’estero può servire a fare esperienza e a crescere ma ora si sta esagerando. Si dovrebbe provare a dare più fiducia ai nostri ragazzi per il bene del campionato italiano e per la Nazionale. E non ci vuole poi tanto.