Lotito: “Tifoso è passione, non professione”, e svela il retroscena dell’incontro con ‘Diabolik’

Il presidente della Lazio Caludio Lotito è intervenuto sulla questione ultras, svelando anche un retroscena dell'incontro con Diabolik
CalcioWeb

Tema caldo, in queste settimane, quello legato agli ultras, dopo la morte di Diabolik, la questione razzismo e l’inchiesta sui tifosi della Juventus. Ad intervenire sull’argomento, ai microfoni di TusciaWeb, è il presidente della Lazio Claudio Lotito.

“Fare il tifoso non è una professione, ma una passione, che deve stare sempre all’interno delle regole. Quando diventai presidente della Lazio, l’allora direttore Giuseppe De Mita, figlio del leader democristiano Ciriaco, mi disse che avrei dovuto incontrare una delegazione di tifosi. Pensavo fossero i sindacati. Mi disse anche: ‘dove li vuoi incontrare? Qui o fuori?’. Decisi di incontrarli fuori dandogli appuntamento a piazza Cavour davanti al cinema Adriano a Roma. Si presentarono quattro persone e uno di questi, pace all’anima sua, era Diabolik. Piscitelli si presentò e mi disse: ‘presidé, buonasera io sono Diabolik’. Io allora lo guardai e gli risposi: ‘buonasera, ispettore Ginko’. Diabolik mi chiese se stavo scherzando. ‘No’, gli risposi, ‘tu stai dalla parte dei ladri, io da quella delle guardie. Devo però dire che Diabolik, rispetto agli altri, era una persona che aveva capito con chi si scontrava”.