Torino, Atalanta, Lazio, Sampdoria, Roma. Non squadre a casaccio, ma le prossime trasferte della Juventus. Facile chiedersi, perché? La squadra di Sarri è prima, guarda tutti dall’alto e ha vinto i due scontri diretti. Ma c’è un ‘però’. Anzi, più di uno a dir la verità. Nessun campanello d’allarme, sia chiaro. Niente di cui preoccuparsi, ci mancherebbe. Solo semplici riflessioni alla luce di queste prime dieci giornate e dopo la vittoria sofferta contro il Genoa seguita al pari di Lecce. Dando un occhio, come sopra, al non semplice cammino in trasferta nel futuro prossimo.
Dietro si subisce… poco ma troppo, comincia a sentirsi l’assenza di Chiellini
9 gol in 10 partite. Non malissimo, ma negli ultimi anni i bianconeri hanno fatto ‘quasi’ sempre meglio. 9 reti dopo 10 giornate le aveva subite nel 2015-2016 (l’anno della partenza shock e della rimonta nel ritorno). Peggio soltanto due anni fa (10 palloni alle spalle di Buffon, la media di uno a partita). Poi, almeno dalla prima Juve di Conte fino ad ora, sempre meglio. Ma questa squadra, a differenza di quelle sopracitate che hanno fatto uguale o peggio dietro, subisce… poco ma troppo. Poche reti (1 a partita), ma troppe volte. Mai subito, infatti, se si considera il solo campionato, più di un gol a partita, ma la porta è rimasta inviolata solo in tre occasioni. Forse, anche considerando gli errori di qualche singolo (De Ligt, ieri Rugani e Alex Sandro), inizia a sentirsi la mancanza di Chiellini.
Sprecona e imprecisa, ma si può sempre migliorare
Ieri non è stata la miglior partita della band di Sarri, ma così come a Lecce (ed altre occasioni) è stata manifestata l’incapacità di capitalizzare quanto creato. Juve sprecona, imprecisa, superficiale negli ultimi sedici metri. E se in Champions ci ha pensato Dybala a togliere le castagne dal fuoco, in Salento non è andata benissimo e ieri è servito un episodio a sbloccare la gara in pieno recupero. L’impressione è che, ad un certo punto della sfida, quando l’avversario si chiude sono dolori. Punti a favore? Il nuovo corso, un modo del tutto nuovo di giocare, un estate che ha messo di fronte calciatori scontenti ed altrettanti che hanno fatto resistenza. Ma poi il tutto si è ricompattato, e la Juve è lì, prima, come sempre. Non male, considerando tutte le situazioni di cui sopra.
In trasferta così così, e il calendario non aiuta
Il cammino fuori dallo Stadium, considerando le avversarie, poteva essere migliore. E’ vero che a Milano contro l’Inter, Ronaldo e compagni hanno brillato, incantato e divertito (è quella la migliore prestazione stagionale), ma è anche vero che hanno faticato più del dovuto contro Parma, Fiorentina e Brescia. Non molta sofferenza all’esordio in Emilia, ma vittoria soltanto di misura. Pari brutto e scialbo in Toscana. Successo ma soltanto in rimonta al Rigamonti. E adesso? E adesso, come detto sopra, non si fa semplice. Ora c’è il derby e poi una serie di quattro sfide non facili. Atalanta, Lazio, Sampdoria (facile a guardare la classifica, da non sottovalutare se si considera la disperazione e la voglia di strafare dei blucerchiati) e Roma. Risposte importanti in casa Juve, per tracciare ancor meglio un bilancio fin qui soddisfacente.
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