Moratti: “Pirlo grande rimpianto. Triplete? Tutto servì, anche la Juve che si comportava come si comportava”

Intervistato da Telelombardia l'ex-patron Massimo Moratti ha lanciato frecciate alla Juventus e ha ricordato i tempi della sua gestione

CalcioWeb

Massimo Moratti 25 anni fa acquistò l’Inter da Ernesto Pellegrini. Intervistato da Telelombardia l’ex patron nerazzurro ha ricordato la sua gestione e come tutto iniziò: “Di quei giorni ricordo la cortesia di Pellegrini. Prima della partita col Brescia mi portò negli spogliatoi e mi presentò alla squadra. Fu un bell’esordio per tutti anche perché vincemmo. Il giocatore più amato? Sicuramente Recoba. Il Fenomeno rimane ovviamente indimenticabile, il più forte di tutti. Anche Baggio è stato un grandissimo. Ricordo la sua classe, la sua eleganza, la sua disponibilità. Indimenticabile le partite contro il Real in Champions e lo spareggio europeo a Verona contro il Parma.  Il più grande rimpianto? Pirlo. Lo presi perché avevo capito quanto fosse forte: peccato che nessun allenatore seppe trovargli una posizione in campo”.

Immancabile una frecciatina alla Juve quando si parla di triplete: “Tutto è servito per creare le condizioni per trionfare, anche le disavventure dovute al fatto di dover fronteggiare una Juve che si comportava come si comportava e lottare contro un muro che sembrava incrollabile. Poi riuscimmo a sfondarlo e trovare così quelle soddisfazioni in cui avevo sempre creduto ma che a un certo punto parevano impossibili”.

Infine uno sguardo al presente e alla questione Eriksen: “La sconfitta con la Lazio può essere una lezione. La squadra c’è e soprattutto c’è l’allenatore. Eriksen? Giocatori così ti fanno vincere, basta creargli il gioco appropriato. Farlo a metà stagione non è facile”.

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