Nuova proposta della Figc per quanto concerne il VAR. Consentire alle squadre, attraverso una richiesta dell’allenatore all’arbitro o al quarto uomo, di ottenere una verifica delle immagini alla moviola. Il cosiddetto challenge, già usato in forme diverse nel volley, nel basket e nel tennis. Sarebbe un modo per placare qualche polemica, soprattutto quando ci si chiede: “Perché l’arbitro non è andato a vedere le immagini?”. Non è ancora chiaro quante “chiamate” saranno concesse ad ogni squadra e serve l’ok dell’IFAB, il collegio mondiale degli arbitri, ma le basi sono state gettate. La Serie A si è già schierata. Tantissimi i pareri favorevoli, ma c’è anche chi fa il “bastian contrario”. Queste alcune delle opinioni.
Fabio Paratici, dt della Juve, giovedì a San Siro ha detto: «Siamo sempre stati aperti alle novità, poi bisogna vedere i termini in cui si concretizza questo tipo di richiesta».
Aderisce con entusiasmo Rocco Commisso, presidente della Fiorentina: «Sono contento che ci sia stata questa apertura alle richieste degli allenatori. Voglio portare il calcio italiano a fare passi in avanti. Avete visto cosa è successo al Milan. Non è solo Rocco che parla di ingiustizie, ci sono anche altre squadre. Fare progressi con il Var sarà un bene per il calcio».
Il tecnico della Sampdoria Claudio Ranieri lo vede come un segno di apertura: «La nostra chiamata può essere simpatica, bisogna vedere come la prendono gli arbitri. Un conto è che la chiamino loro e un altro che la chiamiamo noi. E’ un segno di apertura. Gli arbitri sono sempre più competenti ma qualcosa può sfuggire e questa macchina può essere utile affinché le partite siano più giuste e reali».
Paulo Fonseca, allenatore della Roma, è favorevole ma attende di conoscere i dettagli: «Sono sempre a favore di tutto quello che possa migliorare il calcio. Ma non ho capito bene la questione, preferisco aspettare prima di parlarne».
L’amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci, ci va con i piedi di piombo: «Qualsiasi riforma importante nell’ambito dell’innovazione tecnologica legata agli arbitraggi andrebbe discussa prima all’interno delle istituzioni, Lega e Federazione, con le società interessate. In generale l’uso esasperato della tecnologia può creare dinamiche di comportamento dei tesserati che renderebbero difficile la valutazione degli episodi. Siamo ancora in una fase di affinamento dello strumento e credo che ora la cosa principale sia lasciare il tempo agli arbitri di migliorare i processi di valutazione, e mantenere al contempo un po’ più di serenità nei giudizi».
Il presidente del Torino, Urbano Cairo, aveva lanciato l’idea oltre un anno fa: «Una chiamata a partita o una per tempo penso che potrebbe migliorare le cose».
Il numero uno del Lecce Saverio Sticchi Damiani è totalmente a favore: «Già dopo le proteste del Napoli per il rigore reclamato contro di noi, ho ribadito che è un problema di regole. Quindi aderisco alla proposta».
Davide Vagnati, ds della Spal, è sulla stessa linea: «Guardo con favore all’idea. Credo che ci possano essere delle possibilità di avere ancor più chiarezza in certi episodi. Penso anche che però debba essere una possibilità circoscritta e in numero limitato con regole chiare».
Anche Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, è favorevole con riserva: «Potrebbe essere una cosa positiva, però bisogna
capire bene come eventualmente procedere nell’attuazione perché c’è già molta confusione. Può essere non facile da mettere in pratica, viste anche le decisioni che deve prendere l’arbitro. E va gestita perché non può andare a spezzettare ulteriormente il gioco».
Un parere lo ha dato anche Renzo Ulivieri: «Come idea, in linea generale, sono favorevole. Ma arrivare al 100% senza errori è impensabile».
Per tanti pareri favorevoli, c’è un bastian contrario. Si tratta dell’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini: «Se venisse accolta avremmo ad ogni partita una sequela insopportabile di soste. Col Var lavorano ben 4 arbitri più altri addetti che se operano bene bastano ed avanzano: qui sta il problema. A prescindere che non voglio assolutamente fare…l’arbitro».