La Serie A si ferma per fronteggiare la grave emergenza Coronavirus. Il decreto firmato dal premier Conte blocca tutte le competizioni sportive sul suolo nazionale, ma non impedisce ai calciatori professionisti di continuare ad allenarsi regolarmente. Su questo aspetto è intervenuto Umberto Calcagno, vicepresidente dell’AIC: “Si parla di attività sportiva. Bisognerà approfondire. L’aspetto più rischioso, nel continuare a svolgere le partite, era rappresentato dagli spostamenti e dalle incongruenze degli ordinamenti regionali rispetto al decreto del Consiglio dei Ministri. Negli allenamenti una buona organizzazione e una cura degli aspetti sanitari potrà permettere di continuare la normale attività di preparazione. I giocatori hanno fatto la loro parte, con responsabilità. Lo dimostrano le partite disputate domenica e ieri. Ma il primo valore da tutelare è la salute. Occorre chiarezza, capire che cosa si possa fare e che cosa no. Noi non chiediamo condizioni particolari per i calciatori, ma non vogliamo neppure che corrano rischi maggiori degli altri. Vogliamo andare avanti se ci sono le condizioni per farlo. I giocatori sono coscienti di dover dare l’esempio. Oggi qual è il buon esempio? Lavorare come tutti o fermarsi?”.
Coronavirus, stop alle partite ma non agli allenamenti: i calciatori chiedono chiarezza
Stop alle partite ma non agli allenamenti. I calciatori chiedono chiarezza, lo rischio c'è sempre e comunque: le parole di Umberto Calcagno