“La stagione di calcio 2019-2020 non vedrà una fine, se ne riparla a settembre”

Altra ipotesi alquanto pessimistica, ma affatto da scartare, riguardo alla stagione calcistica 2019-2020, attualmente interrotta per l'emergenza Coronavirus

CalcioWeb

“Niente recupero delle 12 giornate residue di A, né il tanto vituperato o invocato ricorso ai play-off, né al prolungamento dei contratti oltre il 30 Giugno. La stagione di calcio 2019-20, in Italia, in Europa e nel Mondo, è annullata e non vedrà fine. Se ne riparla, se tutto va come deve andare, a Settembre. Attenzione: è un worst case scenario, anzi, lo scenario più realistico al momento, perché la breve storia del COVID-19 ci insegna che la cruda realtà è peggiore dello scenario più estremo immaginato solo poche settimane fa”.

E’ l’ipotesi triste, ma tutt’altro che campata in area – purtroppo – con cui il portale “Juventibus” apre il suo editoriale. Eventualità forse troppo pessimistica, ma anche realistica a considerare i dati. Che vengono analizzati nell’articolo di cui riportiamo qualche stralcio.

Breve cronistoria: Inter-Samp del 23 febbraio (meno di un mese fa, sembra un’era diversa) e viene rinviata. Si è in pieno panico in Lombardia, ma i contagiati sono 79, SETTANTANOVE. E 2 morti. Cinque gare tra il 29 febbraio e il 1 marzo vengono rinviate al 13 Maggio, revocando la decisione delle “porte chiuse”. La Lega prende tempo, sperando passi la tempesta. Quel sabato i contagiati sono 1.127 e i morti 29. L’8 marzo, coi recuperi di A, tra cui Juve-Inter -che resterà forse l’ultimo atto- i positivi sono 7.375, i morti 366. 12 giorni da allora, la macabra escalation è quella di un virus a cui finora, le misure severe di contenimento, hanno fatto solo il solletico. Ieri, 19 marzo, i positivi sono oltre 41mila e i morti 3.405. Viste le % di contagio tra le categorie analizzate a tappeto (politici, personale sanitario, atleti di calcio di A di alcuni club) è probabile che il numero dei contagi in Italia (come in Spagna, Francia, Germania, etc.) sia infinitamente più alto, almeno di uno zero”.

“Come è possibile pensare di giocare 10 gare al giorno, ogni 3 giorni, per 2 mesi, con centinaia di atleti a contatto (e a casa con centinaia di parenti), con migliaia di addetti della macchina organizzativa di uno spettacolo anche a porte chiuse: dirigenti, sanitari, tecnici, arbitri, VAR, operatori TV, giornalisti, steward, servizi accessori. Per tacere degli stessi calciatori, in fuga, ora sottoposti a 14 giorni di quarantena nei loro paesi, poi altri 14 giorni al ritorno (?) in Italia. Come è possibile pensare, dopo 2 mesi di strazio e di faticosa vittoria parziale contro il virus, aprire a comportamenti così irresponsabili, solo per “il giuoco del Calcio” e per soldi, ‘dai 3 ai 500 milioni?’. Follia”.

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