Thomas Doll, l’esperienza alla Lazio e i sospetti di rapporti con la STASI della Germania Est

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Thomas Doll, ex centrocampista tedesco

CalcioWeb

Thomas Doll nasce a Malchin il 9 aprile del 1966. Comincia a farsi notare nell’Hansa Rostock, non segna molto (4 reti in 47 partite) ma i suoi assist sono sempre preziosi. Nel 1986 passa alla più quotata Dinamo Berlino. La posizione in campo si modifica, gioca qualche metro in avanti rispetto a prima e i risultati si vedono. Oltre a vincere due scudetti, segna 39 gol in 99 partite. In quegli anni Doll vive una condizione da privilegiato. Abita in 64 metri quadri a Berlino e guadagna più di tutti i suoi colleghi. Tanto basta per scatenare invidie e sospetti. Sospetti infamanti. Anni più tardi, quando Doll è nella Lazio, un calciatore dell’Hannover, Jorge Kretzschmar, accusa il centrocampista di essere stato, assieme ai compagni di squadra Thom e Rohde, uno stretto collaboratore della STASI, la terribile polizia segreta della Germania Est. “Non so chi stia conducendo questa campagna contro di me e contro i miei amici Thom e Rohde. Sono pulito, non ho mai avuto contatti con nessuno, sono a posto con la mia coscienza. Ho sempre giocato al calcio, quello che ho me lo sono conquistato con il lavoro”.

Dopo una stagione all’Amburgo, nell’estate del 1991 Doll arriva alla Lazio. Risulta essere il primo giocatore dell’ex DDR a essere approdato nel nostro campionato. Due buonissime stagioni, poi il ritorno in Germania, all’Eintracht Francoforte. Nel 1996 torna in Italia, al Bari. Due stagioni con i Galletti e poi la chiusura con l’Amburgo. Dopo il ritiro ha intrapreso la carriera da allenatore: Amburgo, Borussia Dortmund, Genclerbirligi, Al-Hilal, Ferencvaros, Hannover e APOEL Nicosia.

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