Mancini, i retroscena: il no alla Juventus e la lite con Vialli

Il Ct della Nazionale Roberto Mancini svela interessanti retroscena che riguardano la sua carriera da calciatore. Ecco di cosa si tratta

CalcioWeb

Roberto Mancini si racconta tra passato, presente e futuro. L’attuale allenatore dell’Italia ha svelato interessanti indicazioni ai microfoni di calciomercato.com.

LA LITE CON VIALLI“Perché Luca in allenamento mi aveva chiamato Mancini, anziché Mancio o Roberto come era solito fare. E io mi ero impennato. Con Boskov non ci parlammo per qualche giorno ma facemmo la pace dandoci la mano di fronte alla gradinata Sud festante, dopo una partita vittoriosa, mi pare contro l’Inter”.

LA SAMPDORIA ED IL NO ALLA JUVENTUS“Avevo dato la parola a Borea e non cambiai idea. La Juve era la Juve e io da ragazzino ero pure tifoso dei colori bianconeri. Ma Borea mi aveva convinto a firmare dicendomi che alla Sampdoria sarei potuto diventare una bandiera come Rivera al Milan, Mazzola all’Inter, Antognoni alla Fiorentina”. La Sampdoria non è più un passaggio di carriera – mi spiegò Borea – è un approdo e diventerà grande’. Mantovani? Non lo avevo mai visto, mi fidai delle parole di Borea che mi aveva raccontato dell’ambizione del presidente di costruire uno squadrone capace di rivaleggiare con la grandi storiche. Non mi ero sbagliato, no”. 

“Alla Juve avrei vinto di più, è possibile e in Nazionale sì, probabilmente non avrei dovuto passare quello che ho passato, un po’ per colpa mia (l’uscita notturna a New York con Gentile e Tardelli che Bearzot non gli perdonò) e parecchio per la guerra che la grande stampa mi fece”.

“Dormiva tre ore a notte, giocava alla Playstation”, la parabola discendente dell’attaccante

“Ho perso 7 chili”, la quarantena dell’attaccante dell’Udinese

Condividi