Marco “Nippo” Nappi, dalla ‘foca’ agli scherzi di Baggio fino alla finale pilotata

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Marco "Nippo" Nappi, ex calciatore italiano
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Cresciuto nelle giovanili della Lazio, Marco Nappi venne acquistato dal Cesena nel 1983 che lo mandò in prestito al Ravenna, dove segnò 13 goal in 30 presenze. Nel 1986 fu ceduto alla Vis Pesaro in Serie B, con cui segnò 14 goal in 30 match, e l’anno dopo si accasò all’Arezzo, anche se i suoi gol non evitarono la retrocessione. Nel 1988 iniziò la sua prima avventura nel Genoa, che contribuì a portare in Serie A grazie alle sue 7 reti in 35 presenze in campionato. Andò poi in prestito a Brescia e Fiorentina. Con i viola esordì anche in Coppa UEFA. Proprio in questa competizione, nella semifinale contro il Werder Brema, compì un gesto tecnico passato alla storia: ‘la foca’. Percorse 40 metri di campo con il pallone incollato alla fronte: “in quel momento lì ho pensato solo a portare la palla il più lontano possibile dall’area di rigore, perché il Werder ci stava pressando, solo che invece che farlo con i piedi l’ho fatto con la testa. Da lì in poi la Gialappa’s mi ha iniziato a chiamare ‘Nippo la foca monaca’ e da lì in poi nessuno mi chiama più Marco”.

Dalla Fiorentina passa in prestito all’Udinese, poi alla SPAL e, nella stagione 1993-1994, torna al Genoa. Poi ancora Brescia e nuovamente Grifone per 4 stagioni. Le sue ultime partite in Serie A le disputò con la maglia dell’Atalanta. Negli ultimi anni di carriera giocò con Ternana, Como, Carrarese, Savona, Cuneo e Sestri Levante. Divenuto allenatore, ha vinto il campionato Berretti con il Livorno nel 2016-2017, per poi tentare l’esperienza cinese alla guida della selezione Under 17 del college di Luoyang vincendo la Coppa del Governatore e ha poi guidato l’Under 17 del BSU Bejing.

Nappi ha ricordato diversi aneddoti nel corso di un’intervista a ‘Gianlucadimarzio.com’, a partire dagli scherzi di Roberto Baggio: “Al mio primo ritiro con la Fiorentina avevo 22 anni, ero un ragazzino ed ero stato acquistato da un giorno dal Brescia in Serie B. Mi ritrovai improvvisamente a tavola con Dunga, Pinna, Battistini e con Baggio di fronte. Ognuno aveva il suo goccino di vino, avvicinai il bicchiere alla bocca per bere ma Roberto lo aveva riempito d’aceto. Stavo per sputarglielo in faccia, ma ero un ragazzino e lui era Roberto Baggio: non potevo farlo! Ed allora scappai in bagno a vomitare e tutta la squadra si mise a ridere”.

Poi Baggio andò via, ma ad animare lo spogliatoio c’era Stefano Borgonovo: “Il suo posto negli scherzi lo prese Borgonovo. Custodisco con gelosia una foto in cui facciamo un gavettone fantastico ad Alberto Di Chiara, ci divertivamo tantissimo. Purtroppo questa brutta malattia ce l’ha tolto troppo presto ed è una cosa che mi ha fatto male”.

Aneddoti anche sugli avversari: Careca mi faceva impazzire. Una volta lo applaudii dalla panchina per uno stop fatto al volo con il tacco su un cambio di gioco di Alemao. E poi Zidane, di un’umiltà incredibile. Io poche volte ho chiesto la maglia ad un avversario, ma con lui lo feci. Zizou me la diede, poi mentre me ne stavo andando mi fermò e mi disse ‘ma la tua non me la dai?‘. Sentirsi chiedere la maglia da lui è stato bellissimo e stimolante, perchè io ero Marco Nappi e lui Zinedine Zidane”.

Pesanti accuse sulla finale di Coppa Uefa del 1990 contro la Juventus: “Fu una partita pilotata, non ho problemi a dirlo. Il gol di Casiraghi, in qualsiasi altro stadio, sarebbe stato annullato. Tutti sapevano che Avellino era un feudo juventino. Abbiamo giocato due partite in trasferta, quella di Avellino è stata la giornata più brutta della mia carriera, fu una delusione. Ci diedero la medaglia d’argento che non so nemmeno dove sia”.